Il 28 aprile, i Sardi di Biella si uniscono ai conterranei che vivono in Sardegna per celebrare “Sa Die de sa Sardigna”, festa nazionale del Popolo sardo. Per l’occasione il presidente di Su Nuraghe, Battista Saiu, invita ad esporre anche alle finestre biellesi la bandiera dei Quatto Mori postando e condividendone le fotografie sui media dell’Associazione, e pubblica la poesia di Nicola Loi di Ortueri (Nuoro), appositamente scritta per l’occasione.
C’è, sempre, una memoria collettiva, che sta nelle cose e che va oltre le cose stesse.
Celebrare un avvenimento – in questo caso, Sa die, il nostro giorno della memoria, il 28 di aprile – significa fissarlo nel tempo e nello scorrere della vita, la nostra e quella di tutti.
La parola memoria vale pensare e non solo, semplicemente, ricordare: pensare, allora, e ricordare chi siamo: chi siamo stati, nel tempo – che è la storia comune a noi Sardi come popolo – e ricordare chi, adesso, siamo.
Il Poeta Nicola Loi lo sa bene, quando parla di gente fiera, soprattutto perché aggiunge in terra digna.
Lo sa bene, perché l’agire è morale se è fondato sul rispetto: di sé, prima di tutto, ma, insieme, degli altri. È rispettando gli altri che si rende onore alla sardità, quella sardità che si esprime nel monito forza paris.
La nostra storia, la storia del popolo sardo, è storia di dignità e di fierezza, che si inalbera al pensare che Sardegna poco altro sia che ballu tondu. Noi, siamo ben altro!
Se, e ripeto se, apriremo il cuore – che sente – e la mente – che pensa – allora saremo Noi, i Sardi “liberi, rispettati e uguali” di cui dice Peppino Mereu. Se lo apriremo il cuore…
L’augurio del Poeta è questo, perché liberi si è nella coscienza di sé che ricorda e rispetta; per quanto piccoli, e lo siamo, sempre, si possa essere. Con la coscienza e con il ricordo di cosa sia il rispetto saremo degni di essere uguali!
Pietro R. Borenu
Sa Die de sa Sardigna
Festamus su vint’oto de abrile,
Sa festa in onor’ ‘e sa Sardigna.
Dae domo la faghimus a deghile,
Pro sa zente fiera in terra digna.
Una die iscrita in s’istoria,
Ligada a s’antiga tirannia.
In altu sas pandelas de sa gloria!
Dogni campana sonet allegria.
A conca alta custa zente sarda,
Chi possedit sa vera sardidade.
Pro totus no est mai ora tarda,
Est, pro sos benidores, dignidade.
Dae sa Gaddura fin’a Campidanu,
Atraessende s’Isula intrea.
Unidos forte e-a coro in manu,
Su “forza paris” non timet pelèa.
Che cando sa reina Eleonora,
Guvernaiat custa terra unida.
Cuss’ideale est biu ancora,
Intro ‘e sos Sardos restat tota vida.
Bentulende in s’altu Gennargentu,
Sa bandera piena ‘e libertade.
Sa paghe isparta che forza in su ‘entu,
Chi semenat totue s’amistade.
A sos Sardos inoghe e de su mundu,
Su vint’oto bos fetat meledare,
Ca inoghe no est solu ballu tundu,
Ca totucantos faghet ispantare.
Un’auguriu o populu meu!
A sa terra ue amus nadales.
Lu naraiat “Pepinu Mereu”:
Liberos, rispetados e uguales.
Nigolau Loi, 28 de abrile 2020
Il Giorno della Sardegna
Celebriamo il vent’otto aprile,
La festa in onore della Sardegna.
Da casa la facciamo in modo conveniente,
Per la gente fiera in terra degna.
Un giorno scritto nella storia,
Legato all’antica tirannia.
In alto le bandiere della gloria!
Ogni campana suoni l’allegria.
A testa alta questa gente sarda,
Chi possiede la vera sardità.
Per tutti non è mai tarda l’ora,
È, per chi verrà, dignità.
Dalla Gallura fino a Campidano,
Attraversando l’Isola intera.
Uniti forte e con il cuore in mano,
Il “forza paris” non teme la guerra.
Come quando la regina Eleonora,
Governava questa terra unita.
Quell’ideale è vivo ancora,
Tra i Sardi permane tutta la vita.
Sventolando sull’alto Gennargentu,
La bandiera piena di libertà.
La pace propagata come forza del vento,
Che semini dappertutto l’amicizia.
Ai Sardi in Sardegna e nel mondo,
Il vent’otto vi faccia riflettere,
Perché qui non è solo ballo tondo,
Che tutti quanti fa meravigliare.
Un augurio, popolo mio!
Alla terra che ci ha dato i natali.
Lo diceva Peppino Mereu:
“Liberi, rispettati e uguali”.
Nicola Loi, 28 aprile 2020
Nell’immagine: Sassari, Palazzo della Provincia, sala del Consiglio affresco raffigurante l’entrata di Giovanni Maria Angioy a Sassari durante le giornate rivoluzionarie che sa “Die de sa Sardigna” ricordano – affresco, opera di Giuseppe Sciuti (1834/ 1911).
Buona Festa al popolo Sardo nel giorno della Festa Nazionale, ricorrenza da commemorare sempre, per la storia e per la memoria. Ho letto con interesse la traduzione in italiano della poesia di Nicola Loi, appassionato della sua Sardegna.
Anche al Circolo Su Nuraghe di Biella, auguro una buona festa. Un particolare saluto al Presidente Battista Saiu, che ho sentito nei giorni scorsi, dopo un periodo difficile per me.
Grazie per l’attenzione e buona giornata, anche se piovosa.
Giuliano Lusiani, anche a nome dei Bersaglieri di Biella e Provincia, sempre vicini al popolo Sardo.