Nel 300° Anniversario dell’unione tra Piemonte e Sardegna, le immagini di Nuraghe Chervu, pubblicate in Su Calendariu 2020, edito dal Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” di Biella, ci accompagnano con cadenza mensile tra frammenti di storia locale e nazionale
Regno di Sardegna tra Isola e Continente. Il 4 Aprile 1297 segnò la nascita del “Regnum Sardiniae et Corsicae”, istituito da papa Bonifacio VIII. Da allora, per 423 anni, la Sardegna fece parte della Corona di Spagna, salvo un breve periodo sotto gli Asburgo d’Austria per gli accordi di Utrecht del 1713. A seguito del Trattato dell’Aja, l’8 Agosto 1720 l’Isola passò definitivamente alla Casa di Savoia: Vittorio Amedeo II divenne il XVII Re di Sardegna; nel contempo, l’amministrazione della Casata Sabauda introdusse l’uso dell’aggettivo “sardo” nei propri atti, adottando lo stemma dei Quattro Mori di Sardegna impresso su tutti i documenti ufficiali, sia sull’Isola, sia in Piemonte e Savoia.
Dopo la parentesi napoleonica ed il ritorno in Terraferma dei monarchi sabaudi, la Sardegna e i possedimenti continentali “di terraferma” si avvicinarono sempre più, con un percorso iniziato con la soppressione della “Carta de Logu”, sostituita dal Codice Feliciano. Scomparvero anche i secolari istituti di autonomia statuale sarda, tra cui gli “Stamenti”, l’antico Parlamento sardo, e la Reale Udienza, pur garantiti dai trattati internazionali al momento del passaggio della corona ai duchi di Savoia. Il processo culminò nella Fusione Perfetta del 3 Dicembre 1847, con la quale re Carlo Alberto sancì l’unione politica e amministrativa di tutti i suoi possessi al di qua ed al di là del mare. Il 17 marzo 1861, lo Stato unificato, con i nuovi territori acquisiti a seguito delle guerre e dei plebisciti risorgimentali, assunse il nome di “Regno d’Italia”, che mantenne, pur nel corso dei tragici eventi delle due Guerre Mondiali della prima metà del ‘900, fino all’esito del referendum istituzionale del 2 e 3 Giugno 1946. Quest’ultimo, attraverso il suffragio universale di uomini e donne, formalizzò la nascita della Repubblica Italiana.
Gianni Cilloco
Nell’immagine: Gonfalone della Città di Biella a Nuraghe Chervu