Da Sassaia a Sassari. I cimeli della famiglia Martinero esposti al Museo delle Migrazioni di Pettinengo

scarponi chiodati di Giorgio Martinero

Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli di Pettinengo – via Fiume, 12, visitabile tutte le domeniche dalle ore 14:30 alle ore 18:30 – Info e prenotazione: Idillio, 3343452685 – Ingresso libero.

Una delle collezioni più interessanti tra quelle esposte in questo piccolo ma affascinante museo è quella donata dalla famiglia Martinero, originaria di Sassaia nell’alta Valle del Cervo, che ha però mantenuto, nel corso delle ultime quattro generazioni un fortissimo legame con la Sardegna. Si tratta di oggetti, legati alla vita quotidiana e alle professioni dei bisnonni, dei nonni e dei genitori di Maria Martinero, curatrice dell’allestimento.
“Giorgio Martinero nato a Sassaia (Valle Cervo) 1844 -1908. Pioniere del Perù – 1873. E impresario in Sardegna 1883” si legge nel bigliettino scritto a mano contenuto in una delle “scarpe chiodate di un tempo” utilizzate dall’emigrante imprenditore nei cantieri in Sudamerica e poi in Sardegna. Da notare che per entrare nell’isola, legata al Piemonte e ai Savoia fin dal 1720 divenuti Re di Sardegna, e dal 1861 parte integrante del Regno d’Italia, Giorgio dovette chiedere e ottenere un “Nulla Osta per conseguire passaporto per l’estero”. Il documento ufficiale che autorizza il nostro pioniere del Perù ad espatriare in Sardegna, passando quindi da Sassaia a Sassari, dopo essere stato per anni ad Arequipa (città gemellata con Biella dal 1985), a fare lavori di restauro presso gli edifici della Corte Suprema, è stato orgogliosamente incorniciato dalla famiglia e si può ora ammirare esposto al museo.
«Il figlio di Giorgio, Giovanni Battista nato nel 1872 e diplomato alle scuole tecniche di Campiglia Cervo – racconta Maria Martinero – dopo essere stato a lavorare in Francia, prese anche lui la via dell’isola, impiegato nell’impresa paterna, forte di oltre 200 operai». Tornato a Sassaia nel 1907 per sposare Lucia Allara Roan la portò con sé in Sardegna. Prima a Sassari, poi in molti altri comuni isolani dove l’impresa biellese tracciò nuove strade (a Osilo, Ozieri, Castelsardo, Montresta e Bono) e aprì importanti cantieri. Da Giovanni Battista e Lucia nacque Giorgio che continuò la tradizione familiare di imprenditore edile e sposò Aurora De Melio, sarda di Sassari.
«La Sardegna e la Bürsch (alta valle del Cervo) sono unite da fili invisibili, come l’ordito e la trama di un tessuto prezioso di laboriosità» – sostiene a ragione Maria, figlia di Giorgio e Aurora, attenta testimone e appassionata custode delle tradizioni familiari sarde e biellesi.

Michele Careddu

Nell’immagine: allestimenti d’ambiente, scarponi chiodati di Giorgio Martinero

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