Radici e semantica delle parole sarde, rivisitate mediante i dizionari delle lingue mediterranee (lingue semitiche, lingue classiche). Laboratorio linguistico, di storia e di cultura sarda a Biella
LÀCANA in sardo (anche in sassarese e gallurese) indica il ‘confine del territorio comunale di un villaggio’, o il ‘confine di una proprietà prediale’. La base etimologica è il sumerico laḫ ‘to net, creare una rete, un recinto’ + ana ‘wooden object’, un oggetto di legno. Il composto laḫ–ana indicò fin dalle origini un recinto creato con palizzate, oppure semplicemente con siepi di piante spinose e resistenti, tipo l’Acacia horrida o giù di lì.
Sa làcana fu uno dei primi indici della volontà umana di ritagliarsi una porzione di territorio a scopi precisi, che potevano essere non solo il recinto per la difesa del bestiame ma anche un limite divisorio tra due tribù, tra due ambiti territoriali. Quel ritaglio di terra riguardò anche l’embrione della proprietà privata.
Derivati di làcana sono laccanare log., laccanái camp. ‘confinare’.
Salvatore Dedola,
glottologo-semitista
Nell’immagine: l’incipit “L”, in Giampaolo Mele (a cura di), Die ac Nocte. I Codici Liturgici di Oristano dal Giudicato di Arborea all’età spagnola (secoli XI-XVII), Cagliari: AMD Edizioni, 2009