Giorno del Ricordo 2020: fili di memoria tra Biella, Trieste e Fertilia

Sardegna, terra di migranti, dal 1947 accolse a Fertilia i profughi Giuliano-Dalmati. A loro è dedicato l’obelisco sormontato dal leone di San Marco e la parrocchiale intitolata all’Evangelista, all’interno della quale è presente il mosaico di Giuseppe Biasi (Sassari 1885 – Andorno Micca – Biella 1945).

Alghero Fertilia, stele dedicata agli esuli dell'Istria, di Fiume e della DalmaziaIl 10 Febbraio si celebra il Giorno del Ricordo, istituito con la Legge 30 Marzo 2004, n. 92, al fine di «conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli Italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli Istriani, Fiumani e Dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale».
Solennità civile nazionale italiana, essa concerne uno dei periodi più tragici e più dibattuti della storia del Novecento europeo, in quel controverso contesto che ebbe origine dopo la Grande Guerra con l’annessione e successiva “italianizzazione” dei territori sloveni e croati che vennero inclusi nel Regno d’Italia e che infine culminò, a seguito dell’avanzata delle “milizie titine” jugoslave tra il 1943 ed il 1947, con la tragedia del massacro di migliaia di persone, per lo più gettate nelle foibe carsiche. Italiani ed oppositori politici al regime del maresciallo Tito, furono perseguitati e costretti ad una forzato esodo di massa dall’Istria e dalla Dalmazia (oltre 350 mila persone), trovando scampo ed accoglienza in diverse regioni d’Italia, diventata Repubblica dopo il referendum del 1946.
Ad onorare il Giorno del Ricordo va rilevata l’esemplare iniziativa assunta da un nutrito gruppo di rappresentanza di studenti del Liceo Scientifico “Amedeo Avogadro” di Biella, guidato dal preside Dino Gentile e dagli insegnanti Fabrizio Scanzio, Riccardo Quaglia e Franco Beltramo, che compirà un viaggio a Trieste per visitare il Museo Nazionale Centro Raccolta Profughi di Padriciano e prendere parte lunedì 10 febbraio alla commemorazione istituzionale che si terrà presso la foiba di Basovizza.
Alcuni profughi giuliano-dalmati trovarono rifugio e “nuova patria” anche in Sardegna, nella frazione di Alghero denominata Fertilia, già fondata nel 1936 da Benito Mussolini e solo in parte edificata. In questa località rimane, rivolta al mare, una stele di travertino bianco sormontata da un bronzeo leone alato, simbolo dell’antica Serenissima Repubblica di Venezia e riportante la scritta: “Qui nel 1947 la Sardegna accolse fraternamente gli esuli dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia”. Sull’Isola quegli esuli, guidati dal sacerdote don Francesco Dapiran, completarono il locale agglomerato di case, costruendo nuove abitazioni, scuole, esercizi commerciali, e innalzando un campanile simile a quello di Piazza San Marco a Venezia accanto alla parrocchiale, dietro il cui altare maggiore è presente il mosaico di “Gesù Risorto con angeli” realizzato dal noto pittore sardo Giuseppe Biasi (1885-1945), morto in terra biellese.
È di questi scorsi giorni la posa della prima pietra del “Museo Egea”, nel terreno delle ex Officine Egas (Ente Giuliano Autonomo di Sardegna) di Fertilia: un sito storico-etnografico che vuole diventare, soprattutto per le nuove generazioni, un punto di riferimento sulle vicende del confine orientale italiano negli anni ’40. Il gesto simbolico di fondazione è stato compiuto dall’esule istriana Egea Haffner, diventata simbolo dell’esodo giuliano-dalmata per la foto che la ritrae bambina con la valigia e la scritta “Esule giuliana n. 30001”. Suo padre, Kurt Haffner, 26 anni, la sera del 1° maggio 1945, venne arrestato a Pola dai partigiani titini e quindi scomparve (fu presumibilmente infoibato) – sarà insignito post mortem, nel 2006, della “Medaglia commemorativa del Sacrificio offerto alla Patria” dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.

Gianni Cilloco

Nelle immagini: Alghero Fertilia, stele vista mare dedicata agli esuli dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia; Chiesa di San Marco con campanile in stile veneziano (foto di Sergio Cadoni).

Alghero Fertilia, chiesa di San Marco con campanile in stile veneziano

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.