In difesa delle donne, poesia di Nicola Loi per Su Nuraghe

Aidomaggiore, nuraghe Tosignalo

Su piattaforma Google Meet la poesia di Nicola Loi in difesa delle donne verrà presentata martedì 22 dicembre 2020 alle ore 21:00 in collegamento transoceanico tra Biella e La Plata (Argentina) – Linguistico “Eya, emmo, sì: là dove il sì suona, s’emmo e s’eya cantant”, per imparare a leggere e scrivere in lingua materna contemporanea.
Alla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, celebrata il 25 novembre, è dedicata la poesia “Amigas so cun bois/ Amiche sono con voi” di Nicola Loi di Ortueri (Nuoro).
Custode di “su connottu”, il conosciuto, il poeta continua ad assolvere la sua funzione di censura dei mali che lacerano la società, indicando al contempo la corretta via del vivere civile, dove dialogano realtà esterna e realtà interiore.
Secondo certi studi, molti Sardi pensano in poesia, tramandando e producendo oralmente versi discendenti da valori sedimentati nella memoria storica collettiva. È il caso del richiamo a “sa reina Eleonora/ sa regina Eleonora”, donna guerriera che, nell’aprile 1392; promulgò ad Oristano, capitale del Regno di Arborea, la “Carta de Logu”, raccolta di leggi civili, penali e rurali. In essa sono presenti norme a tutela dell’immagine e del ruolo della donna. Scritte in lingua sarda, rimaste in vigore fino al 1827, segnano una tappa storica a livello europeo.
Nel suo essere poesia del tempo presente e nel presente, quella di Nicola Loi è poesia ben radicata in quel passato da cui [generano] sgorgano questi versi.

Simmaco Cabiddu


Amigas so cun bois

Ammenta, amiga mia, no ses sola,
Ca ses in mesu de zente onesta.
Tue ses sa mariposa ‘ola-‘ola,
Tue ses sa rosa in mesu sa festa.

Tue mama, tue isposa, tue amiga,
Tue muraglia de sa sotziedade.
Tue de chentu ranos ses s’ispiga,
Tue sa lughe de sa libertade.

E tue cane vile traitore,
Chi l’as incadenada in maletratu.
Tue, sa cara de su disonore,
Inue sa natura errore at fatu.

Tue chi forte ti pares balente,
Ca pones in sa pena unu fiore.
Est a ti ‘antare a ti narrer’ molente,
Ca su molente tenet pius valore.

Sa rosa chi solu cheret tocada,
Cun carignos, rispetu e veru amore.
Est piena de lughe, profumada,
Dae issa nos arrivat su lugore.

Che cheriat sa reina Eleonora,
Pro purgare custos omines mannos.
Los faghiat andare che colora,
E reparare faghiat sos dannos.

Dedicare ti cherzo, amiga mia,
Duas peraulas fattas pro iscudu.
Cheria fagher’ una poesia,
Diligamente lisa che velludu.

In custa die comente a-i custa,
Chi bos ammentat una suferentzia.
Chi semper est dae sambene infusta,
Sena bos dare niuna assistentzia.

Abboghinare devo e no cheria,
Ca est a lu frimare su masellu.
Est a frimare custa maladia,
Pro chie no at connotu tempus bellu.

Ispero chi a tempus benidore,
Sa rosa siat difesa in su giardinu.
Si cumprendat abberu su valore,
E sas cadenas ponzan a Cainu.

E custos chi sunt de mala-‘idea,
Chi si parent sos meres de su mundu.
Acorrados chi fetant coa fea,
E solu fogu lis colet a tundu.

A tie dama chi nos das sa vida,
Unu gratzias corale dae su sinu.
Chi dogni cosa t’arrivet cumprida,
Cun colores e notas de violinu.

E sos omines chi sunt de cabbale,
Mirade custas perlas cun incantu.
Est a nde las bogare dae su male,
Solu pro gosu connoscant piantu.

Nigolau Loi, su 25 de sant’Andria 2020

Amiche sono con voi

Ricorda, amica mia, non sei sola,
Perché sei in mezzo a gente onesta.
Tu sei la farfalla vola-vola,
Tu sei la rosa in mezzo alla festa.

Tu mamma, tu sposa, tu amica,
Tu muraglia della società.
Tu di cento chicchi sei la spiga,
Tu la luce della libertà.

E tu vile cane traditore,
Che l’hai incatenata senza riguardo.
Tu, la faccia del disonore,
Dove la natura errore ha fatto.

Tu che forte ti sembri aitante,
Perché metti nella pena un fiore.
È a vantarti chiamarti asino,
Perché l’asino ha più valore.

La rosa che solo vuole [esser] toccata,
Con affetti, rispetto e vero amore.
È piena di luce, profumata,
La lei ci arriva la luce.

Ci voleva la regina Eleonora,
Per purgare questi uomini grandi.
Li avrebbe fatti andare come serpe,
E riparare avrebbe fatto i danni.

Dedicare ti voglio, amica mia,
Due parole fatte per scudo.
Volevo fare una poesia,
Delicatamente liscia come velluto.

In un giorno come questo,
Che vi ricorda una sofferenza.
Che sempre è da sangue bagnata,
Senza darvi nessuna assistenza.

Urlare devo e non volevo,
Perché c’è da fermare il macello.
È da fermare questa malattia,
Per chi non ha conosciuto tempo bello.

Spero che nel tempo che verrà,
La rosa sia difesa nel giardino.
Si comprenda davvero il valore,
E le catene mettano a Caino.

E questi che hanno cattive idee,
Che si credono i signori del mondo.
Accovacciati che facciano coda brutta,
[con la coda tra le gambe]
E solo fuoco gli scenda intorno.

A te dama che ci dai la vita,
Un grazie di cuore dal petto.
Che ogni cosa ti arrivi compiuta,
Con colori e note di violino.

E gli uomini che sono giusti,
Guardate queste perle di incanto.
E per tirarle fuori dal male,
Solo per gioire conoscano pianto.

Nicola Loi, 25 novembre 2020


Nell’immagine: Aidomaggiore (Oristano), Nuraghe “Tosignalo”. Sardegna, museo a cielo aperto, i nuraghi candidati a diventare patrimonio UNESCO (foto di Marco Collu)

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