Maria Grazia Cuccuru ci ha lasciati il 7 Ottobre di quest’anno. È andata via in punta di piedi, con la discrezione e l’umiltà che hanno caratterizzato la sua vita fino all’ultimo suo viaggio, lasciando un enorme vuoto nelle figlie, nell’adorato nipote Fabrizio, con Silvia, e in tutti i parenti che ha amato come solo una mamma sa fare.
Era nata a Pozzomaggiore (Sassari) nel 1928. Negli anni della grande migrazione è arrivata a Biella insieme alla madre e alle sorelle, sposando, in seguito, l’amico d’infanzia Angelo Solinas, dal quale ebbe i suoi due gioielli, Marinella e Angela, portando con sé nel cuore per tutta la vita la sua Sardegna.
Cresciuta all’insegnamento materno, come tutte le mamme sarde, ha vissuto fino all’ultimo giorno per la famiglia naturale, partecipando, fin dalle origini, a quella allargata di Su Nuraghe. Presente col marito quando il Circolo sardo di Biella muoveva i primi passi, le piaceva coltivare e tenere vive le tradizioni della terra natia, scrivendo poesie in Limba, componendo versi in forma di “muttettos”, passione che condivideva col marito Angelo. Ancora oggi, all’ingresso del Circolo sardo, i loro versi scritti su stoffa di sacco, salutano chi arriva. Parole e gesti, come le ricette tipiche del ciclo festale sardo a deliziare figlie, nipoti e parenti.
Le sue ultime volontà sono state di essere cremata e di disperdere le ceneri affinché potessero viaggiare attraverso il vento e l’acqua: “…tutti i ruscelli vanno ad unirsi in mare dove le onde lavorano notte e giorno portando, chissà, le mie ceneri anche in Sardegna, mia amata terra… un saluto cordiale a chi chiederà di me, io pregherò per tutti”: sono le ultime parole da lei scritte.
Battista Saiu
Nell’immagine: Maria Grazia Cuccuru ad Oropa per la consegna di “su nennere”, il grano germinato portato in chiesa il Giovedì Santo.
Avevo letto della scomparsa di Maria Grazia Cuccuru; anche se in ritardo, condoglianze alla famiglia. Probabilmente a Biella ci sono due origini di famiglie con lo stesso cognome, perché mi ero interessato da una persona che conosco per portare le mie condoglianze e mi aveva spiegato tutto.
La signora Maria Grazia del 1928 la ricordo ad Oropa che portava il grano, segno di vita, per tutti. Chissà se le sue ceneri arriveranno in Sardegna dal mare, come da suo desiderio….. Dall’alto Lei le potrà seguire.
Saluti e buona salute, Giuliano.