Poesia nel presente: “Santa Sede”, di Tore Spanu per Su Nuraghe di Biella

Aidomaggiore, Nuraghe Sa Jua

Nel tempo presente, la poesia continua a parlare una verità dell’uomo e del mondo, derivante dalla sua naturale funzione morale connessa con l’essere nella storia. A volte scandalosa, perché non allineata con i potenti di turno: libera appunto perché poesia.
Al pari delle sentenze sapienziali, la poesia assume il ruolo di comunicazione sociale e di impegno civile. Questo vale, soprattutto oggi, per la poesia sarda che, nella sua millenaria storia, ha subito il bavaglio durante la dittatura che ha segnato il Novecento italiano, con le gare poetiche censurate sul palco e vietate sulle pubbliche piazze.
Elementi di libertà ben presenti nel sonetto “Santa Sede”, che Tore Spanu di Pozzomaggiore ha composto per il Laboratorio Linguistico “Eya, emmo, sì: là dove il sì suona, s’emmo e s’eya cantant”, per imparare a leggere e scrivere in lingua materna contemporanea.
Già dal titolo – afferma il Poeta nell’accompagnare le sue rime messe a disposizione di Su Nuraghe di Biella – traspare tutto il mio disappunto per gli scandali finanziari che hanno coinvolto la Santa Chiesa… Un fiume di denari gestiti lussuosamente, con il riferimento al Cristo, come a subire un torto morale; nelle terzine finali, il riferimento a San Francesco nel giorno della sua festa liturgica come esempio universale di rinuncia ai beni materiali per seguire Cristo Gesù”.
Tradotta in italiano e in armonia con le indicazioni dell’Autore, la poesia è curata da Roberto Perinu e Battista Saiu. Viene presentata in Piemontese letterario, nella trasposizione dij Brandé, a cura di Sergi Girardin, di Caraglio (Cuneo), e resa in Castigliano da Matteo Rebuffa, di Candelo (Biella).
Verrà inserita tra i testi del prossimo appuntamento linguistico mensile tra il Circolo sardo “Su Nuraghe” di Biella e il Circolo sardo “Antonio Segni”, di La Plata (Argentina), nell’ambito del progetto di “Gemellaggio tra Nuraghes”, due comunità isolane affratellate, che vivono nella Penisola italiana e dall’altra parte dell’Oceano.

Simmaco Cabiddu


Santa Sede

Si tiat torrare Cristos Gesusu
Postu si fi ‘at fagher inventarios,
Ammirende tóttu sos santuarios
E perdonende finzas carchi abusu.

Ai antu nde fit ‘istadu delusu
Da-e Paba, Cardinales e vicarios.
Diventados bonos impresarios
Interessosos in modu profusu.

Est su ‘inari su male in custu mundu
Su chi contat sunt solu sos profittos;
Santu Frantziscu esempiu fecundu

Cun d’una fide chi sèna cunflittos
At amadu s’Evanzelu profundu
In pobertade e cun sos afflittos!

Tore Ispanu, su 4 de Santuaine 2020

Santa Sede

Se ritornasse Cristo Gesù
Messo si sarebbe a fare inventari,
Ammirando tutti i santuari
E perdonando anche qualche abuso.

Ah quanto ne sarebbe stato deluso
Da Papa, cardinali e vicari.
Divenuti buoni impresari
Interessati in modo profuso.

È il denaro il male in questo mondo
Quello che conta sono solo i profitti;
San Francesco esempio fecondo

Con una fede che senza conflitti
Ha amato il Vangelo profondo
In povertà e con gli afflitti!

Tore Spanu, 4 ottobre 2020

Santa Sede

Si Jesús Cristo regresara
Estaría haciendo inventarios,
Admirando todos los santuarios
Y también perdonando algunos abusos.

Ah, qué decepción se llevaría
con el Papa, cardenales y vicarios.
Convertidos en buenos emprendedores
Interesados de manera copiosa.

El dinero es el mal en este mundo
Lo único que importa son las ganancias;
San Francisco es un ejemplo fructífero

Con una fe que, sin conflicto,
Amaba el Evangelio profundo
¡En la pobreza y entre los afligidos!

Santa Sede

S’artornèissa Gësù Crist
A sarìa butasse a fé d’ënventari,
An admirand tut’ij santuari
E an përdonand ’dcò chèich abus.

Ah, cmè ch’ën sarìa stàit delus
Daj Papa, daj cardinaj e daj vicari,
Fasse tuti ’d bon ëmpresari,
Ëntëressà en meud tachiss.

A son ij dné ’l mal ëd cost mond,
Lòn ch’a conta a son mach ij profit;
San Fransèsch a l’é n’esempi dru

Con na fej sensa gnun finagi
Chiel a l’ha amà l’Evangeli ancreus
Ant la povrëssa e con ij sagrinà!


Nell’immagine: Aidomaggiore (Oristano), Nuraghe “Sa Jua”. Sardegna, museo a cielo aperto, i nuraghi candidati a diventare patrimonio UNESCO (foto di Marco Collu).

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