Martedì 28 aprile, alle ore 21:00 il Circolo Sardo “Antonio Segni ”, di La Plata (Argentina), e il Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” , di Biella celebrano “Sa Die de sa Sardigna” con un’edizione speciale del laboratorio Linguistico “Eya, emmo, sì: là dove il sì suona, s’emmo e s’eya cantant”.
Il collegamento transoceanico con l’America Latina, già sperimentato da mesi – divenuto ancor più valido e attualissimo strumento in tempo di pandemia – permette di tenere contatti attivi tra i Sardi di Sardegna e quelli dell’Altrove, tra Italia e Argentina.
I testi per imparare a leggere in lingua materna sono stati appositamente scritti da sei poeti contemporanei: Tore Spanu, di Pozzomaggiore, Nicola Loi, di Ortueri, Roberto Canu, di Ozieri, e Tommaso Corongiu, di Atzara, residenti in Sardegna; Tonino Carta, di Mara, che vive a Lanuvio (Roma), e Antonello (Tonino) Mulas, di Dorgali, che risiede a Milano.
Le poesie, scritte nel sardo del presente, sono già state messe in rete sul sito istituzionale del Circolo sardo di Biella, su quello della Regione Autonoma della Sardegna Sardinia everywhere, sulla pagina di Facebook @circulosardo.laplata del Circolo sardo di La Plata e riprese e rilanciate da altri siti e testate giornalistiche, permettendo a tutti i partecipanti di esercitare la lettura in lingua materna in vista l’incontro laboratoriale.
“Attraverso la lettura di poesie scritte in lingua sarda, con le traduzioni in Italiano, Piemontese e Castigliano – afferma Maria Victoria Llantada Signorini, presidente del Circolo di La Plata – è possibile imparare a leggere in lingua materna, arricchendo il lessico e rafforzando i vincoli tra Sardi nativi e Sardi emigrati, alcuni di seconda e terza generazione, nati, cioè, lontano dalla terra di origine”.
Quello di Su Nuraghe è un progetto semplice ed ambizioso, che si intreccia con i luoghi e la cultura di accoglienza. La versione italiana di alcune poesie, curata da Roberto Perinu e Battista Saiu, su indicazione degli autori, è impreziosita dalla traduzione in Piemontese letterario nella trasposizione dij Brandé, a cura di Sergi Girardin, di Caraglio (Cuneo) e in Castigliano, resa da Matteo Rebuffa, Candelo (Biella).
Trova spazio anche la conoscenza botanica delle piante che crescono sull’Isola, grazie a immagini che corredano alcune poesie: quelle del litorale di Alghero, realizzate da Davide Marras, sono corredate, nell’ordine, dal nome scientifico, da quello italiano e da quello sardo.
Simmaco Cabiddu