Trine e merletti di Su Nuraghe in tempo di pandemia

mosaico di trine e merletti

Attività sociale quotidiana del Circolo Culturale Sardo di Biella in tempo di pandemia.

Tra le attività messe in campo dal Circolo Culturale Sardo di Biella in tempo di pandemia, vanno segnalati l’attivazione e il potenziamento di gruppi WhatsApp, accanto a un maggior impiego degli strumenti multimediali su diverse piattaforme per videoconferenze, quali “Zoom”, “Skype” e “Google Meet”.
Dispositivi informatici moderni e elementi di tradizione antiche hanno supportato le immancabili sofferenze di una pandemia, che solo ora comincia a dare segnali di indebolimento.
I tempi di costrizione del “tutti in casa” hanno permesso una accelerazione nell’approccio alle nuove tecnologie, diminuendo, pur senza eliminarlo, lo scarto tra nativi digitali e quelli dell’era di Gutenberg.
È così che nascono i mosaici di Su Nuraghe, frutto di collaborazione attiva. La comunità sarda di Biella si ritrova – sebbene in modo virtuale – condividendo elementi di identità, mettendo a disposizione immagini di oggetti realizzati durante il tempo di restrizione sociale o estratti dal cassetto dei ricordi.
Quello che viene presentato è un collage composto da trine e merletti, un estratto delle migliaia di fotografie condivise. Sono tessere di un insieme che dà la cifra dell’origine e della variegata ricchezza culturale custodita dalla comunità di nuovi biellesi provenienti dalla grande isola. Oggetti decorativi presenti nelle nostre case, realizzati con fusi, fuselli, aghi, uncinetti, navette, modani.
Strumenti in uso, senza interruzione di continuità, da decine di migliaia di anni, risalenti ai primi fili ottenuti per torsione di fibre vegetali e animali.
Ancora ai nostri giorni, quando si vuole sottolineare l’importanza di un oggetto, lo si decora con fili e nastri colorati. Spaghi e cordoncini, caratteristiche delle fibre, e tipologia della fettuccia anticipano il valore del contenuto.
Trine e merletti di Su Nuraghe quale involucro a custodire il dono della vicinanza, disinteressato amore verso l’altro, senza aspettarsi ricompensa, particolarmente prezioso in tempi di calamità sanitaria, quando in gioco è il bene stesso della vita.

Simmaco Cabiddu

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