A Pettinengo, il paese che ospita i tre musei (delle Migrazioni, delle Acquasantiere e dell’Infanzia), dopo mezzo secolo, in frazione “Luvera” è stato riacceso il forno di Camillo Trivero, detto il “Gaiu”. A dare fuoco a fascine e legna grossa necessarie per portare in temperatura l’antico manufatto, Filippo Satta di Uri (Sassari), amministratore di “Su Nuraghe”, invitato da Edmée Tuyl Da Den Haag, olandese dell’Aia, nuova proprietaria dell’intero edificio.
All’evento e al gran completo, hanno presenziato bambini e ragazzi del paese, accompagnati da insegnanti della locale scuola dell’obbligo e dell’associazione “Piccola Fata”. Tutti molto incuriositi e desiderosi di vedere il grande forno, enorme (grosso come una stanza!), rimesso in funzione. Nel racconto delle persone anziane e nella storia del paese, il forno del pane ha segnato quotidianità fino alla prima metà del Novecento tra fabbrica e campagna.
In controtendenza, quello che sembrava essere confinato nella memoria del passato, diventa realtà del presente, grazie alle abili mani del sardo Filippo Satta e alla disponibilità di Edmée Tuyl Da Den Haag, entrambi forestieri provenienti l’uno da oltre Tirreno e l’altra dal più lontano Mare del Nord, nei Paesi Bassi. Generosi gesti che donano al territorio che li ospita speranze di identità.
Eulalia Galanu
Nell’immagine: Pettinengo, Filippo Satta e Edmée Tuyl Da Den Haag davanti alla bocca del forno