Agosto – Casa Sardegna a Biella, i nuraghi verso l’UNESCO

Altare di Monte d’Accoddi

Da Biella, che nel corso del 2019 ha ottenuto il riconoscimento di “Città Creativa UNESCO”, l’appoggio al Comitato “La Sardegna verso l’UNESCO” affinché l’Isola con il suo patrimonio paesaggistico, archeologico, storico, artistico e culturale diventi patrimonio dell’umanità.

Scelte tra oltre 15.000 fotografie, 377 tessere a rappresentare tutti i comuni dell’Isola, compongono i dodici mosaici che illustrano Su Calendariu 2021 edito dal Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” di Biella in collaborazione con la Fondazione di Partecipazione Nurnet – La rete dei Nuraghi.
Ciò che appare certa è la funzione di presidio fisico e materiale, o semplicemente visivo, svolta dai nuraghi. Analogamente a quel che avvenne sotto il dominio spagnolo, ben 3.000 anni dopo, tutte le coste della Sardegna risultano presidiate dalle torri nuragiche, ma con un’intensità ben maggiore rispetto a quella spagnola.

Anche in questo caso non si deve parlare di omogeneità tipologica e dimensionale. Esistono, infatti, esempi di costruzioni minute, che danno più l’idea di segnali, fari, vedette, o di depositi funzionali alla navigazione lungo la costa oppure ancora di fortificazioni e templi. La doppia cala, oggi denominata “Is Mortorius”, consentiva alle imbarcazioni l’approdo e la protezione da qualsiasi vento. Da questa posizione si controllava almeno un quarto dell’ampio Golfo degli Angeli e, verosimilmente, si traguardavano e si entrava in comunicazione con tutti gli altri nuraghi lungo costa.

Marco Chilosi

Nell’immagine, mosaico di nuraghi con al centro “Altare di Monte d’Accoddi”, Sassari, foto di Francesca Cossu

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