Prossimo appuntamento martedì 26 ottobre alle ore 21:00, in Italia, le ore 16:00, in Argentina.
Tra i testi del laboratorio Linguistico “Eja emmo sì, là dove il sì suona, s’eja, s’emmo cantant”, uno spazio particolare occupa la lirica del poeta contemporaneo Nicola Loi. Incontri mensili transoceanici, che mettono in collegamento il Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” di Biella e il Circulo Sardo “Antonio Segni” di La Plata (Argentina).
Tra le ultime pervenute, la lirica “Bastat isciaos/Basta schiavi”. Porta il numero 596, a segnare nella nuda scansione dei numeri a tre cifre, l’inizio dell’emergenza sanitaria. Con la pubblicazione sui gruppi social media attivati dal Circolo sardo di Biella, i suoi versi quotidiani accompagnano in lingua sarda contemporanea la comunità sarda di Biella e, mensilmente, quella d’oltreoceano.
Socialità rimodulata e mediata attraverso le tecnologie dei tempi moderni fa un tutt’uno con la voce del poeta che, come antichi versi, continua ad assolvere quel saggio ruolo ereditato dalla notte dei tempi.
In forma di sonetto è questo suo lamento. Venato di speranza, vede cosa capita alla sua antica terra, dove “Semper isciaos custos Isolanos/ sempre schiavi questi Isolani”. Ma, già dall’incipit, afferma anche: “Ant a mudare sos tempos contrarios, / Amus a bider’ cuddos pius galanos”. Vale a dire, “Muteranno i tempi avversi, / vedremo quelli più belli”.
Simmaco Cabiddu
Bastat isciaos
Ant a mudare sos tempos contrarios,
Amus a bider’ cuddos pius galanos.
Comente ant fatu sos feudatarios,
Gai ant a fagher’ sos Italianos.
Inoghe cun giardinos, olivarios,
Semper isciaos custos Isolanos.
Male pagados e sena orarios,
E giamados bandidos e metzanos.
Ancora oe su fiagu est cussu,
Sos teracheddos in oros de mare,
Pro chie benit garrigadu ‘e oro.
S’Americanu, s’Arabbu, su Russu,
Totu su logu cherent comporare,
Ma no si nde lu leant a domo issoro.
Nigolau Loi, su 14 de santu Aine 2021
Basta schiavi
Muteranno i tempi avversi,
vedremo quelli più belli.
Come è successo per i feudatari,
così sarà per gli Italiani.
Qui con giardini, uliveti,
sempre schiavi questi Isolani.
Mal pagati e senza orario,
e chiamati banditi e incapaci.
Ancora oggi l’aria è questa,
i servetti intorno al mare,
per chi arriva carico di oro.
L’Americano, l’Arabo, il Russo,
tutta la terra vogliano comprare,
ma non se la portano a casa loro.
Nicola Loi, 14 ottobre 2021
Nell’immagine: Abbasanta (Oristano), Nuraghe “Losa”. Sardegna, museo a cielo aperto, i nuraghi candidati a diventare patrimonio UNESCO (foto di Fabrizio BiBi Pinna).