Oggetti che raccontano storie e migrazioni al Museo di Pettinengo

il tagliere di Dina Menegon

Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli di Pettinengo – Rete Museale Biellese – via Fiume, 12, visitabile tutte le domeniche dalle ore 14:30 alle ore 18:30 – Info e prenotazione: Idillio, 3343452685 – Ingresso libero

Quando ci si prepara per un viaggio molto lungo, e a maggior ragione quando non si può prevedere un ritorno, come nelle migrazioni volte alla ricerca di una vita migliore in una terra lontana, spesso si porta con sé qualcosa che ricorda la propria casa, i propri affetti, la propria storia: una foto, un oggetto prezioso, un libro… Qualcosa che, volontariamente o meno, racconta un’identità, un’origine.
Ma l’oggetto che Pasquadina “Dina” Menegon porta con sé dal Veneto negli anni ’40, esposto nella prima sala del Museo delle Migrazioni, Camini e Storie di Popoli di Pettinengo dice molto di più della provenienza geografica, perché la proprietaria, negli anni, l’ha arricchito di significati a seguito delle sue esperienze.Tutte le domeniche, dalle 14.30 alle 18.30, potrete osservare un tagliere da polenta piuttosto singolare, perché se la polenta è il pane dei poveri e per antonomasia dei Veneti, l’estrosità di Dina l’ha reso un oggetto totemico aggiungendo un crocifisso, simbolo della fede religiosa che l’ha confortata, accanto a falce e martello, simbolo della fede politica che le ha consentito un riscatto personale grazie al duro lavoro. Ma, come ha dichiarato a Battista Saiu, presidente del Circolo Su Nuraghe di Biella, sono entrambe fedi che l’hanno fatta anche tanto soffrire perché, come capì ben presto lei stessa, i buoni principi di entrambe le venivano obliati a seconda dell’opportunità del caso. Considerata poi la provata fame e le responsabilità di ragazza madre, la giovane Dina decise di lasciare il proprio paese per cercare un lavoro dignitoso con cui provvedere al figlio, cercando un futuro migliore per entrambi: fu così che arrivò a Biella in veste di aiuto cuoca per la famiglia di un noto industriale di Pettinengo (Francesco Maggia) e dove, trattata con rispetto e dignità, si fece ben volere fino ad ottenere dalla signora Maggia una raccomandazione per esser assunta alla “Bellia Bernardo e Figlio” di Pettinengo, paese dove si stabilì e dove ha sede il Museo.

Marta Campana

Nell’immagine, il tagliere di Dina Menegon

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