Domenica 9 ottobre, ore 16:00 – Museo delle Migrazioni di Pettinengo, via Fiume, 12 – conversazione con il prof. Dino Gentile – degustazione e assaggio – ingresso libero – info e contatti: Idillio 3343452685
Negli “Incontri con il cibo dell’altro” – organizzati dal circolo culturale sardo “Su Nuraghe” di Biella presso il Museo delle Emigrazioni di Pettinengo – vengono promossi in modo originale i legami esistenti in cucina tra “usi, costumi e costumanze” di popoli diversi tra loro, da quello biellese a quello sardo, spaziando ai popoli “altri”. Trattando il tema del cibo, l’obiettivo diventa la conoscenza delle “diversità” sulla tavola, dalla tradizionale locale – talvolta sconosciuta agli stessi residenti – al cibo dell’emigrato giunto nel Biellese prima da altre regioni italiane, quindi dalle coste del Mediterraneo, e ancora dai Paesi dell’Europa dell’est, dal vicino e lontano oriente, dai paesi dell’Africa centrale, dai territori colpiti dalle guerre moderne. Così il cibo dell’altro viene preparato, servito e consumato secondo la cultura e la tradizione dei luoghi d’origine, riflesso della generosa offerta di prodotti naturali della comune madre terra e della loro elaborazione da parte dell’uomo.
Cibo come tradizione, cibo di ieri: balza alla mente “Il pane di ieri ” di Enzo Bianchi, libro che narra le storie e i volti a tavola di un tempo passato, con il fascino delle buone cose domestiche e delle atmosfere dell’infanzia dove al piatto e alla tovaglia si associano le immagini delle sante feste, di parenti ed amici, del campanile del paese, dei versi degli animali da cortile, della vigna, del sole che nasce e che muore.
Dal 1986 per quindici anni ho insegnato Lettere alla scuola media di Pettinengo e sono stato preside di quella stessa scuola per altri cinque anni: vent’anni della mia vita trascorsi in un paese meraviglioso tra ragazzi svegli e famiglie stupende. In quel tempo particolare mi fu compagno d’avventura educativa l’amico prof. Battista Saiu, già insegnante di Tecnologia, con il quale realizzammo progetti educativo-didattici davvero straordinari sul piano della cultura locale.
In quegli anni la popolazione di Pettinengo e circondario era per lo più autoctona, unita ad una consistente presenza di emigrati dal Veneto e dalla Lucania, taluni dalla Sardegna. La fabbrica del paese, il Maglificio Bellia – quella dell’intimo “lana fuori e cotone dentro” – contribuiva gioco forza all’integrazione delle persone, come pure la scuola che costituiva un importante punto di riferimento per tutti i genitori.
Nel giugno 2007 l’Istituto Comprensivo di Pettinengo (con Bioglio, Valle San Nicolao, Veglio e Mosso) assunse la denominazione di “Vittorio Sella – Scuola Alpina di Pace” dando avvio ad un’esperienza molto particolare, a partire dai progetti di conoscenza della tradizione alpina locale, con momenti speciali offerti anche dal CAI di Mosso durante avvincenti escursioni in montagna e dall’Associazione “Piccola Fata” di Pettinengo con proposte di “bottega educativa” con lavoretti pomeridiani guidati dall’amata maestra Giovanna Fontana.
In quel particolare contesto scolastico, aperto, radicato e dialogante con l’associazionismo del territorio, si parlò di “Mactabe” o “Mactebbe” o “Mac” (appena tiepido) ovvero del tradizionale piatto quotidiano di Pettinengo e paesi alpini limitrofi: una squisita minestra di riso, latte e castagne che al tempo costituiva il piatto principale sulla tavola delle famiglie locali. Dallo studio di quel particolare “pane di ieri” – cultura e mito del castagno, gli animali, il latte e la stalla, il riso barattato in pianura con ceste di mele e di pere, il fuoco per affumicare e per cucinare – nacque una piccola pubblicazione dal titolo “Il Mactabe, minestra sui banchi di scuola” che oltre a far conoscere quel delizioso piatto ai ragazzi diede lo spunto per indagare – non a caso – la storia del proprio paese, scoprendone valori culturali non così diversi da quelli dei paesi delle province di Rovigo o di Potenza o di Nuoro.
La presenza di “Su Nuraghe” a Pettinengo, straordinario motore di iniziative ed eventi culturali, ci dà l’occasione per tornare a parlare di “Mactabe”, nonché di cucinarlo con gli amici residenti in quel borgo alpino definito “balcone del biellese” con vista magnifica sulla pianura, offrendoci il piacere dello stare insieme e di cimentarci con gesti antichi praticati dai “vecc” intorno ai focolari domestici del paese.
Dino Gentile
Nell’immagine, “mactabe” distribuito in piazza a Pettinengo (archivio); locandina