Nello scorso fine settimana sono riprese le processioni del Corpus Domini, la festività liturgica più solenne di tutte, – si afferma nei manuali liturgici – divenuta generale nella Chiesa a metà del secolo XIV, dopo l’interruzione, al pari di tutti gli altri cortei sacri a causa delle restrizioni governative associate al Covid 19.
Per lo storico delle religioni, Mircea Eliade, nella nuova Fede ritroviamo, per trasferimento, molte di queste festività, con la presentazione di oggetti di culto (ad esempio l’Ostia consacrata) al pari dei “simboli di potenza come le armi durante il trionfo romano”.
Anche fuori dalla nostra Diocesi, al Corpus Domini, solennità popolarmente molto partecipata, sono riapparsi gli altarini domestici, allestiti sulle soglie delle abitazioni, decorati con i pezzi migliori del corredo di casa.
Dal vicino Canavese, dalla parrocchia di Tina di Vestignè (TO), dedicata a San Giovanni Battista, arriva l’immagine postata sui canali social di Su Nuraghe di Biella da Gabriella Peddes, afferente al Circolo sardo “Sa Rundine” di Bollengo: sulla pedana del suo altarino del Corpus Domini, il tappeto sardo intrecciato su telaio tradizionale, firma della sua origine isolana.
Prezioso tessuto per invitare alla sosta, per adorare sulla pubblica via il Santissimo Sacramento col parroco don Massimo Ricca Sissoldo, prevosto di Vestignè, che, nonostante gli impegni con le tre parrocchie affidategli, ha trovato tempo e modo di unirsi nella preghiera, accogliendo, i desiderata dei suoi parrocchiani.
Salvatorica Oppes
Nell’immagine, altarino del Corpus Domini di Gabriella Peddes