Domenica 18 giugno 2023 si è svolta la cerimonia dell’alzabandiera al Nuraghe Chervu, per ricordare i Caduti Sardi e Biellesi durante la Prima guerra mondiale. L’occasione è l’anniversario della “Battaglia del Solstizio”, o seconda battaglia del Piave, combattuta dal 15 al 24 giugno del 1918, tra gli eserciti italiano e austro-ungarico. Fu l’ultima grande offensiva nemica prima della vittoria. Costò la vita a 20.000 uomini. Le perdite complessive di entrambi gli schieramenti furono, tra feriti, dispersi e prigionieri, un numero dieci volte superiore. Fanti e marinai italiani resistettero, inutilmente, bloccati sull’argine destro del Piave. Durante gli scontri si distinse, ancora una volta, la Brigata “Sassari”, a cui è intitolata a Biella l’area monumentale di “Nuraghe Chervu”. Dopo la controffensiva del 2-6 luglio 1918, i soldati italiani respinsero gli austriaci al di là del fiume, in attesa dell’ultima spallata, che arriverà solo il 4 Novembre.
Nel suo intervento di saluto, il presidente di “Su Nuraghe” Battista Saiu ha ricordato questi fatti insieme con quelli avvenuti più di un secolo prima, ovvero la cacciata dei rappresentanti dei Savoia da Cagliari durante i moti del 28 aprile 1794, data da cui trae origine Sa Die de sa Sardigna, festa “nationale” dell’Isola.
La cerimonia dell’alzabandiera è stata intervallata dalla musica della Filarmonica Cossatese, che ha eseguito l’inno di Mameli, l’inno del Regno di Sardegna – “Hymnu Sardu Nationale” -, l’inno del Piave, il Silenzio e l’inno della Brigata “Sassari” – “Dimonios!”. Le bambine di “Su Nuraghe”, insieme alle donne in abiti tradizionali, hanno benedetto le pietre di memoria, incise con il nome del Comune di provenienza e il numero dei Caduti durante la Grande Guerra, con fiori, foglie di mirto e alloro. Hanno poi eseguito l’antico rito isolano del getto del grano e rottura dei piatti contenenti semi di frumento, in onore dei Caduti.
Alla presenza dei convenuti, il sindaco di Biella Claudio Corradino ha voluto dedicare alcune parole di saluto, elogiando le tradizioni e la cultura della Sardegna, la fermezza e l’orgoglio del suo popolo. «Inclusione, accoglienza e condivisione sono valori che accomunano da sempre Sardi e Piemontesi – ha detto il primo cittadino – la diversità culturale è un elemento che arricchisce e non allontana, unisce come un ponte ideale le nostre comunità nel rispetto reciproco e della propria terra».
Prima di sciogliere la manifestazione, si è proceduto alla posa di fronte al “Nuraghe Chervu” per la foto di gruppo, che comprenderà i fucilieri di “Su Nuraghe” – che hanno sparato salve beneaugurali -, i rappresentanti dei “Sassarini” del Nucleo biellese dell’Associazione Nazionale Brigata “Sassari” intitolato al capitano Emilio Lussu, i Bersaglieri, i Carabinieri, i componenti la Filarmonica Cossatese, l’alfiere di “Su Nuraghe” con bandiera della Regione Autonoma della Sardegna, le donne del Grano, Il sindaco di Biella, il padre guardiano del Convento di San Sebastiano (il francescano ucraino Costantino Gabitskiy, che ha impartito la benedizione in lingua sarda), presidente e soci di Su Nuraghe, il coro Voci, diretto dal Maestro Rpberto Perinu, che ha intonato “Cunservet Deus su Re” – questo l’incipit dell’ Hymnu Sardu Nationale (testi di Vittorio Angius, musica di Giovanni Gonella) – al termine della cerimonia.
Il pranzo sociale al ristorante ha infine sigillato degnamente la ormai tradizionale festa dei Sardi di Biella, giunta quest’anno alla sua ventiseiesima edizione.
Michele Careddu
Nell’immagine, Biella, foto di gruppo davanti a “Nuraghe Chervu”