Al centro immagini delle pietre di memoria dei Comuni italiani dell’area monumentale di “Nuraghe Chervu”, sulle quali è inciso località e numero dei Caduti della Prima Guerra Mondiale, detta anche IV Guerra di Indipendenza
L’Italia Unita è il frutto di un lungo itinerario storico che, attraversando i Secoli, vede protagoniste le popolazioni di Sardegna e della Penisola. Il 4 Aprile 1297, papa Bonifacio VIII istituì il “Regnum Sardiniae et Corsicae”. Da allora, l’Isola fece parte per 423 anni della Corona di Spagna, passando per un breve periodo sotto gli Asburgo d’Austria a seguito degli accordi di Utrecht del 1713. Col Trattato dell’Aja, l’8 Agosto 1720, Vittorio Amedeo II di Savoia divenne il XVII Re di Sardegna.
L’amministrazione della Casata Sabauda iniziò ad utilizzare l’aggettivo “Sardo” nei suoi atti ed impiegò lo stemma dei Quattro Mori di Sardegna su tutti i documenti ufficiali, sia sull’Isola sia in Piemonte e Savoia. Dopo la parentesi napoleonica, iniziò il percorso che vide Sardegna e possedimenti continentali avvicinarsi sempre più nel governo di territori e di popolazione. L’iter culminò nella cosiddetta Fusione Perfetta del 3 Dicembre 1847, con la quale re Carlo Alberto decretò l’unione politica e amministrativa di tutti i suoi possessi al di qua ed al di là del mare. Il 17 marzo 1861, lo Stato unificato, con i nuovi territori acquisiti a seguito delle guerre e dei plebisciti risorgimentali, assunse il nome di “Regno d’Italia”. Denominazione che rimase costante, pur tra i tragici eventi delle due Guerre Mondiali della prima metà del ‘900, fino all’esito del referendum istituzionale del 2 e 3 Giugno 1946, il quale sancì, con il suffragio universale di uomini e donne, la nascita della Repubblica Italiana.
Gianni Cilloco
Nell’immagine, Biella, area monumentale “Nuraghe Chervu”, mosaico di pietre provenienti dai Comuni italiani