Radici e semantica delle parole sarde, rivisitate mediante i dizionari delle lingue mediterranee (lingue semitiche, lingue classiche). Laboratorio linguistico, di storia e di cultura sarda a Biella
QUARRA camp., carra log., unità di misura sarda che Wagner fa derivare dal tosc. antico quarra‘misura equivalente alla quarta dell’oncia’. Si può semanticamente tradurre con l’it. ‘staio’. È un genere di contenitore per misurare più che altro granaglie o cereali, ma con quarra si misura pure la superficie di terreno che può essere seminata con la quantità di una quarra.
La base etimologica a mio parere è più complessa ed impastata di quella proposta dal Wagner. Infatti al principio abbiamo l’accadico qû(m) (pl.f. quātum onde ‘quattro’), stativo assoluto qa (come capacità di misura equivalente a circa 1 litro); è pure un recipiente di misura, ed unità di capacità; usualmente 1/10 di sūtum; è anche unità d’area ed anche l’unità di spessore di un albero. Su questa base possono essere intervenute le successive commistioni con l’aggettivo f. lat. quadra da quater ‘quattro’ e col tosc. quarra. In tal caso perveniamo ugualmente al significato profondo di ‘quattro’ o di ‘misura’ connesso all’akk. qû(m) (pl.f. quātum onde ‘quattro’).
Altro etimo accadico di quarra è qarû, karû(m) capacità di misura (= 3,600 kur o kurru(m) ‘misura di capacità secca: chiamata anche gur, kor)’.
Salvatore Dedola, glottologo-semitista
Nell’immagine: l’incipit, “Q”, in Giampaolo Mele (a cura di), Die ac Nocte. I Codici Liturgici di Oristano dal Giudicato di Arborea all’età spagnola (secoli XI-XVII), Cagliari: AMD Edizioni, 2009