Da “Su Nuraghe” una paròla piemontèisa al mèis, Dicembre 2024, «N» come NASSE

descrizioneOmaggio dei Sardi dell’Altrove alla terra di accoglienza, “omagià daj Sardagneuj fòra ’d Finagi” che fanno capo al Circolo culturale sardo “Su Nuraghe” di Biella – NASSE è parola che accompagna il dodicesimo mese dell’anno come si ritrova, in“Michel dij Bonavé”, Michele Bonavero e nella ricca produzione letteraria di “Tavo Burat”, Gustavo Buratti Zanchi.

Nasse v.i. nascere || da la tëggia dla dësmentia doa a-i é ancor na faja, ant ël sol che a nass për smasì l’ùltim seugn, lassela dësblé a la bisa pento grinos e onda ‘d brala d’ors ant la barba longa e grisa [Tavo] = dalla capanna dell’oblio dove ancora una fata, nel sole che nasce per stemperare l’ultimo sogno, lasciarla disfare alla brezza pettine affettuoso e onda di lichene nella barba lunga e grigia || Crònio a l’avìa fàit n’anchërna an sël trav ëd ca për minca ann ch’a passava, dal di che chiel a l’era nà, e le tache a j’ero giumai set [Michel] = Cronio aveva fatto una tacca sulla trave di casa per ogni anno che passava, dal giorno in cui lui era nato, e le tacche erano ormai sette

Sergi Girardin (Sergio Maria Gilardino)

Nell’immagine: pagina con incipit “N”, Sacramentarium Episcopi Warmundi (Sacramentario del Vescovo Warmondo di Ivrea): fine secolo X, Ivrea, Biblioteca Capitolare, Ms 31 LXXXVI). Priuli Verlucca,1990, copia posseduta a Biella dal Comm. Mario Coda.

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