Da “Su Nuraghe” una paròla piemontèisa al mèis, Maggio 2024, “E” come “ECLATÉ”

descrizioneOmaggio dei Sardi dell’Altrove alla terra di accoglienza, “omagià daj Sardagneuj fòra ’d Finagi” che fanno capo al Circolo culturale sardo “Su Nuraghe” di Biella – ““ECLATÉ” è la parola che accompagna il quinto mese dell’anno come la si ritrova nella ricca produzione letteraria di “Tavo Burat”, Gustavo Buratti Zanchi e di “Gribàud”,Gianfranco Gribaudo.

Eclaté v.i. esplodere in tutto il proprio splendore, in tutta la propria eleganza, bellezza, bella appariscenza, luminosità || la lus as anandia da Santa Lussìa, ël sol a Natal a eclata e Re con ij Re a s’ancoron-a për marié la tèra bela andurmìa dal mascheugn ëd l’invern, a Pasca chiel a la basa e a la dësvia, a svërliss dru con ël Maj e ‘d garlande a l’anzoliva [Tavo] = la luce si diffonde da Santa Lucia, il sole trionfa fanciullo a Natale e Re con i Magi s’incorona per sposare la terra bella addormentata nel sortilegio dell’inverno, a Pasqua egli la bacia e la risveglia, svetta fecondo con il Maggio e di ghirlande l’adorna 2 scoppiare [Gribàud] || [m.d.d.] ® eclaté ‘d rije = morire dal ridere [Gribàud]

Sergi Girardin (Sergio Maria Gilardino)

Nell’immagine: pagina con incipit “E”, Sacramentarium Episcopi Warmundi (Sacramentario del Vescovo Warmondo di Ivrea): fine secolo X, Ivrea, Biblioteca Capitolare, Ms 31 LXXXVI). Priuli Verlucca,1990, copia posseduta a Biella dal Comm. Mario Coda.

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