Festa sarda a Biella ricorda i moti del 1794 e l’eroismo della Brigata “Sassari” nella “Battaglia del solstizio” del 1918

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Biella, sabato 15 giugno, piazza del Monte, ore 16:00 esposizioni e dimostrazioni di artigiani sardi e biellesi produttori di scacciapensieri – ore 21:00 concerto con il trio “Tribeba” (Alessandro Zolt – Guido Antoniotti – Massimo Losito) a sonu de trunfa/al suono della ribeba/al suono dello scacciapensieri”. Ingresso libero.

Domenica 16 giugno, basilica San Sebastiano, ore 9:00, salve dei “Fucilieri di Su Nuraghe”, musiche della Banda musicale “Filarmonica di Cossato”Missa majore “cantata in sardo dalle “Voci di Su Nuraghe”. Ore 1030, area monumentale di Nuraghe Chervu, alzabandiera a cura del Nucleo biellese dell’Associazione Nazionale Brigata “Sassari” intitolata al capitano Emilio Lussu – Deposizione di fiori, benedizione col grano e benedizione religiosa in lingua sarda impartita da Frate Oscar Malykh

A Biella, Sa Die de sa Sardigna (28 aprile 1794) è differita alla terza settimana di giugno per celebrare e rammentare contemporaneamente la Festa del Popolo sardo e la cosiddetta Battaglia del Solstizio – o seconda battaglia del Piave – offensiva contro l’Impero Austro-Ungarico che si svolse dal 15 al 22 giugno 1918.

Sa Die de sa Sardigna, «giornata dell’orgoglio sardo», celebrata a Biella la terza domenica di giugno, è stata istituita con Legge Regionale n. 44 (14.IX.1993) a ricordo dei moti del 28 Aprile 1794, suscitati da un percorso storico che trova i suoi esordi nei tentativi francesi di invadere la Sardegna nel gennaio del 1793.

Vista l’inerzia del Viceré Vincenzo Balbiano, toccò ai Miliziani di Iglesias di impedire alla flotta francese, che bombardava Cagliari, di attraccare a Quartu. Contemporaneamente, nel Nord dell’Isola, al largo di La Maddalena, venivano ricacciate indietro 22 navi al comando dell’allora giovane luogotenente colonnello Napoleone Bonaparte.

La Vittoria maddalenina venne insignita di medaglia d’oro al valor militare della Marina Sarda, conferita il 21 maggio 1793 dal Re di Sardegna Vittorio Amedeo III al Maddalenino Domenico Leoni, noto “Millelire”. Diverrà la prima Medaglia d’oro dell’odierna Marina Militare Italiana. Ma i Sardi che avevano approntato le difese e combattuto con valore continuarono a essere trascurati, rimanendo esclusi dalle cariche pubbliche civili e militari.

Stanchi di questa situazione, riunirono i tre bracci degli Stamenti – l’antico Parlamento sardo – per chiedere di essere ricevuti dal Re a Torino e presentare, in forma di “cinque domande”, le richieste della gente sarda. L’alta delegazione stamentaria rimase, però, alla porta per tre lunghi mesi prima di essere ricevuta e congedata dal Re con promesse generiche e parziali. Alla notizia del trattamento ricevuto, il 28 aprile 1794 scoppiò la rivolta. Il Viceré e la sua corte furono cacciati senza colpo ferire, imbarcati a forza su tre navi noleggiate dalla Serenissima Repubblica di Venezia. Seguirono tre anni di tumulti e sommosse, che attraversarono l’intera Isola.

Nonostante ciò, i Sardi, restarono fedeli alla parola data, alle Istituzioni, a “su connottu”, al conosciuto.

Tant’è che nel 1799, con l’occupazione francese del Piemonte, accolsero i Savoia che ripararono a Cagliari, soggiornandovi con l’intera corte fino al 1814, protetti e ospitati dai Sardi.

Fedeltà ben riassunta nel motto “Deus et su Re”. Adottato dalla Brigata “Sassari” durante la monarchia, divenne “Sa vida pro sa Patria” nell’Italia repubblicana.

Battista Saiu

Nelle immagini, “Fucilieri di Su Nuraghe” e Nucleo biellese dell’Associazione Nazionale Brigata “Sassari” intitolato al capitano Emilio Lussu

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