Il calabrone asiatico è arrivato nel Biellese: un pericolo per le api ma anche per l’uomo. Incontro a “Su Nuraghe”

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Venerdì 25 ottobre 2024 alle ore 21:00, al Circolo “Su Nuraghe” di Biella in via Galileo Galilei incontro per sensibilizzare gli apicoltori sul pericolo incombente

Il Relatore, dottor Paolo Detoma – presidente dell’Associazione Biellese Apicoltori, responsabile della Oasi delle Api, “casiddos de Nuraghe Chervu”,presenterà i risultati della scoperta del primo nido del calabrone asiatico (Vespa velutina) individuato nel Biellese, in territorio di Verrone.

“Ho già ringraziato il nostro associato Mauro Borelli per la lungimiranza e la fattiva collaborazione” – ha scritto Detoma nella comunicazione agli Associati -segnalando il primo avvistamento. “Voglio ringraziare calorosamente anche i tecnici di Aspromiele Chiara Visetti, Alberto Pesavento e Gianluigi Bigio per la professionalità dimostrata, catturando e inserendo un sensore su un calabrone e seguendone il volo con il radar fino al nido.

Nell’incontro di venerdì, verranno abbozzate le linee guida “che dovremo tutti seguire nel prossimo futuro se vogliamo sopravvivere a questa nuova tremenda minaccia per le api”, ha affermato il presidente Detoma, informando i Soci che “il nido è stato trovato a mezzo radar a circa un km dalla zona di rinvenimento: un’operazione complessa, documentata con un video, di cui vogliamo farvi partecipi”.

Martedì 22 ottobre 2024, tramite un sofisticato ricevitore radio, è stato localizzato il nido dellaVespa velutina da cui provenivano gli insetti che, nei giorni precedenti, erano stati visti bottinare su fiori di camelia nel comune di Verrone.

Si tratta del primo avvistamento sul territorio biellese e segue un analogo ritrovamento di un anno fa sulla collina torinese.

Imperativa, al momento, è la distruzione di questo primo nido, prima che le regine svernanti (il cui numero può arrivare anche a 300) escano e fondino nuove colonie nella prossima primavera.

Al momento, c’è un vuoto normativo concernente la modalità degli interventi, vuoto che si spera venga presto colmato, data la rilevanza nazionale del problema.

Il calabrone asiatico è arrivato nella regione francese di Bordeaux nel 2005 probabilmente all’interno di vasi di piante bonsai. Da lì è partita un’espansione inarrestabile, che ha coinvolto tutta la Francia, parte del Belgio e della Germania. Successivamente, nel 2012, è sbarcato in Liguria, dove ha messo in ginocchio l’apicoltura locale. È, infatti, un grande predatore di insetti e, proprio negli alveari, trova cibo molto abbondante e di facile cattura. La sua presenza non preoccupa solo gli apicoltori, ma la popolazione tutta, poiché costruisce nidi molto grandi in cui sono presenti alcune migliaia di individui ed è molto aggressivo quando difende il proprio nido.

Oasi delle Api, “casiddos di Nuraghe Chervu”, di Biella è strumento di educazione ambientale – visite guidate gratuite a privati cittadini e a tutte le scuole che ne fanno richiesta (telefono Idillio: 334 345 2685).

Eulalia Galanu

Nell’immagine, nido di calabrone asiatico (Vespa velutina), scoperto a Verrone.

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