Radici e semantica delle parole sarde rivisitate mediante i dizionari delle lingue mediterranee (lingue semitiche, lingue classiche). Laboratorio linguistico, di storia e di cultura sarda a Biella
MÚSCIU log. ‘funicella, cordicella’; cfr. tosc. muscello, moscello (lucch. ‘fune a tre capi’); còrso muscellu, muscella ‘fune che si presta a legare’; nap. mosciello ‘fune di sparto, cordino’; cal. musciello ‘piccola corda molle’; cat. muixell ‘tros de corda pera amarrar quelcom a la barca’, ‘el grapat de cànem, lli cotón, llana, seda etc.’. La voce sarda è certamente imparentata con le voci mediterranee qua citate, e tuttavia essa ne pare il prototipo, la cui base si ritrova nel sumero muš ‘snake, serpente’.
La voce è arcaica, risale ai tempi delle prime manifatture elementari (come dire al Paleolitico Superiore), fatte di fili d’erba annodati, utili per la loro resistenza unita alla morbidezza, che le rendeva adatte a trattenere cose e pesi. Di qui il loro nome, riferito alle spire del serpente.
Salvatore Dedola, glottologo-semitista
Nell’immagine: l’incipit, “M”, in Giampaolo Mele (a cura di), Die ac Nocte. I Codici Liturgici di Oristano dal Giudicato di Arborea all’età spagnola (secoli XI-XVII), Cagliari: AMD Edizioni, 2009