Biella: la comunità sarda celebra l’80° anniversario della Liberazione e “Sa Die de sa Sardigna”

descrizioneIn occasione dell’80° anniversario della Liberazione, la comunità sarda di Biella si è riunita presso il monumento “Nuraghe Chervu” per commemorare il contributo dei Sardi alla storia repubblicana italiana. L’evento ha sottolineato il legame storico tra la Sardegna e l’Italia, fondato sui valori di fedeltà e rispetto della parola data, principi racchiusi nell’espressione “su connottu”.

Durante la cerimonia è stato ricordato il sacrificio dei 28 patrioti sardi che si unirono alle formazioni partigiane nel Biellese. Tra loro, tre persero la vita: Salvatore Solinas di Orani, caduto a Tavigliano; Antonio Lepori di Aggius, caduto a Mongrando; e Gerardo Salis, nato da genitori sardi, vittima dell’eccidio di Salussola insieme ad altri 19 compagni.

Dopo l’alzabandiera, curato dal Nucleo biellese dell’Associazione Nazionale Brigata “Sassari”, il presidente di “Su Nuraghe”, Battista Saiu, ha evidenziato il ruolo significativo dei sardi nella Resistenza. Un momento di commemorazione è stato dedicato anche ad altri caduti sardi che combatterono a Torino: Antonio Barroccu, Vinicio Cleddu, Salvatore Melis, Gianfranco Mura, Livio Pittau, Leonardo Sistu e Quirino Macia, onorati dalla comunità sarda torinese del Circolo “Antonio Gramsci”.

Lunedì 28 aprile 2025, in occasione di “Sa Die de sa Sardigna”, il tricolore italiano e la bandiera della Regione Autonoma della Sardegna saranno nuovamente issati al “Nuraghe Chervu”, simbolo della fedeltà dei sardi alla propria terra e all’Italia.

La ricorrenza, istituita con legge regionale nel 1993, commemora i moti rivoluzionari del 28 aprile 1794. Questi eventi furono preceduti dalla resistenza contro le invasioni francesi del 1793, quando i miliziani di Iglesias respinsero la flotta nemica a Cagliari e, nel nord dell’isola, furono respinte le navi comandate dal giovane Napoleone Bonaparte. Il coraggio dimostrato valse ai sardi la prima medaglia d’oro al valor militare della Marina Sarda- divenuta l’attuale Marina Militale Italiana – conferita a Domenico Leoni, soprannominato “Millelire”.

Nonostante il valore dimostrato, i Sardi continuarono a essere esclusi dalle cariche pubbliche. Questa ingiustizia portò alla rivolta: gli Stamenti, l’antico Parlamento sardo, inviarono a Torino una delegazione guidata da Giovanni Maria Angioy per rivendicare i diritti dei sardi. Dopo mesi di attese e promesse non mantenute, il 28 aprile 1794 il popolo insorse, costringendo il viceré Vincenzo Balbiano a lasciare l’isola senza spargimento di sangue.

I tumulti proseguirono per tre anni, ma i Sardi, pur rivendicando con determinazione i propri diritti, mantennero la fedeltà alla corona sabauda. Nel 1799, accolsero i Savoia in fuga dall’occupazione francese del Piemonte, ospitandoli a Cagliari fino al 1814. Questa fedeltà si riassume nel motto “Deus et su Re”, adottato dalla Brigata “Sassari” durante la monarchia e poi trasformato, nella Repubblica Italiana, in “Sa vida pro sa Patria”.

Attraverso la celebrazione di “Sa Die de sa Sardigna”, la comunità sarda rinnova il ricordo di una lunga storia di fedeltà, sacrificio e amore per la propria terra e per l’Italia.

Salvatorica Oppes

Nell’immagine, infiorata e alzabandiera a Nuraghe Chervu per il 25 aprile 2025

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