Una lezione fuori dall’ordinario ha animato, lo scorso 15 aprile, la classe 4D del Liceo Linguistico di Cossato. Protagonista dell’incontro è stato il professor Matteo Rebuffa, docente di lingue straniere, che in collaborazione con la professoressa Michela Vallera, insegnante di italiano, ha guidato gli studenti in un viaggio tra dialetti e lingue minoritarie.
L’incontro si è aperto con un aneddoto personale del professor Rebuffa sul suo soggiorno in Spagna, dove inizialmente faticava ad accettare il catalano, percepito come ostacolo. Quel che sembrava un limite si è però trasformato in occasione di crescita: col tempo, il professore ha imparato ad apprezzare non solo il catalano, ma l’intero universo delle lingue minoritarie, scoprendo quanto siano parte integrante dell’identità culturale. Un tema particolarmente attuale in un Paese come l’Italia, dove si contano ben 31 lingue tra idiomi ufficiali e dialetti locali.
Durante la lezione, Rebuffa ha sottolineato come l’esperienza all’estero gli abbia permesso di riscoprire il valore delle proprie radici, in particolare della lingua piemontese. Ha portato in aula diversi materiali: la grammatica del piemontese di Andrea Di Stefano “Leĝe e scrive ‘l Piemontèis”, raccolte poetiche come Cantos del sardo Montanaru, vinili e un’opera interessante, tradotta in lingua gallega da Abraham Bande: Nações sem Estado na Europa, saggio di Mikael Bodlore-Penlaez sulle identità europee senza Stato.
La lezione è proseguita con una riflessione condivisa sul ruolo delle lingue locali nella società contemporanea. Se da un lato rappresentano un patrimonio inestimabile, dall’altro la globalizzazione ne sta minacciando la sopravvivenza. Un rapido sondaggio in classe ha evidenziato come nessuno degli studenti parli fluentemente un dialetto; solo in poche famiglie i genitori lo usano ancora. Una situazione che si rispecchia anche in altre realtà: l’autrice dell’articolo ha raccontato l’analoga condizione in Romania, terra d’origine dei suoi genitori, dove il dialetto sta progressivamente scomparendo tra le nuove generazioni.
Il messaggio che emerge è chiaro: serve maggiore consapevolezza e impegno per preservare queste lingue, contrastando l’idea che siano solo “vecchie” o superate. La lezione ha offerto ai ragazzi un’occasione preziosa per riflettere sul valore del proprio patrimonio linguistico.
In chiusura, il professor Rebuffa ha parlato delle attività del Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe di Biella. In particolare, ha illustrato il Museo delle Migrazioni, Cammini e Stori di Popoli di Pettinengo, bene extraterritoriale dalla Regione Autonoma della Sardegna, gestito da “Su Nuraghe”, aderente alla Rete Museale Biellese. Gli studenti sono stati informati della possibilità di partecipare a un bando per svolgere attività retribuita come guide museali.
Spazio, infine, anche per i progetti culturali del Circolo, come il laboratorio linguistico “Eya, emmo, sì: là dove il sì suona, s’emmo e s’eya cantant”, che coinvolge giovani italiani e argentini in un dialogo tra lingue madri: sardo, piemontese e castigliano, con incontri virtuali tra Biella e il Circulo “Antonio Segni” di La Plata (Argentina). Un esempio concreto di come la lingua possa essere ponte tra popoli e generazioni.
Grazie al professor Rebuffa per averci guidato in questa intensa e stimolante esplorazione del nostro patrimonio linguistico.
Beatris Teresa Bulai – Classe 4D, Liceo Linguistico di Cossato
Nell’immagine, un momento delle lezione in classe