Il falco di Eleonora, proveniente dal Madagascar, ogni anno nidifica a fine estate soprattutto in Sardegna sfruttando le migrazioni di ritorno in Africa per l’allevamento della prole, che può seguirlo nel lungo viaggio di ritorno all’inizio di novembre. Il nome deriva da Eleonora D’Arborea, giudicessa (regina o meglio principessa) sarda che – prima nella storia – lo protesse nella legge fondamentale del Giudicato, la “Carta de Logu”, fin dal 1392. Era l’epoca della falconeria, codificata da Federico II di Svevia nel trattato “De venandi cum avibus”. Falchi e falconieri di Sardegna erano presenti in tutta Europa. La ratifica del falco venne sollecitata al naturalista francese Genè nel 1839 da Alberto Ferrero Della Marmora, biellese, già comandante militare dell’Isola; appassionato studioso delle sue varie particolarità, autore del famoso “Voyage en Sardeigne”. In tutta Europa venne adottato il nome di “Falco di Eleonora”, tranne che in Italia, dove è conosciuto come “Falco della Regina”.
Il Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” di Biella intende estendere all’Italia il nome “Falco di Eleonora” – com’è giusto sollecitare – tra l’altro, contatti tra le due isole che lo ospitano comunemente: Sardegna e Madagascar, entrambe antiche, entrambe particolari, meno lontane grazie all’elegante coraggioso, instancabile, intelligente amico del vento e del mare.