La Sardegna celebra la Pasqua di Resurrezione – “sa Pasca Manna”, la Pasqua grande, quella di aprile – con particolare solennità, a tavola e attraverso gesti di reciprocità di pastori e di contadini. Si scambiano dolci tipici del periodo pasquale: “pardulas” e “casadinas”, dolci a base di ricotta o di formaggio, e “telicas/tericas”,caratterizzate da “su pistiddu”, un ripieno ottenuto da “saba”, il vincotto, prodotto dalla lenta cottura di mosto d’uva variamente aromatizzato.
Le forme dei dolci dei pastori riproducono piccoli soli e spirali; entrambi rimandano ad antiche simbologie astrali, associate al ciclo soli-lunare, trasferite nella nuova Fede.
La spirale, universalmente nota fin dal Paleolitico, è simbolo di infinito, di poteri solari e lunari, di vortice quale grande grande forza creatrice.
Oltre alla chiocciola, nei dolci dei contadini abbiamo anche la forma ovale allungata: plastica raffigurazione della fertilità, della natura che rinasce e si rinnova a primavera. Avvicendamento stagionale determinato dal fenomeno astrale in concomitanza al sole che entra nella costellazione dell’Ariete, il primo segno dell’anno zodiacale.
Battista Saiu
Nell’immagine, Pasqua 2024, “pardulas” prodotte a Biella da soci di Narcao.