Un premio alla sardità

Riconoscimento alle potenzialità e alla fierezza di Sardi capaci di offrire contributi per lo sviluppo economico, sociale e culturale del territorio di origine e di quello di adozione

piatto d'argento
Premio Maria Carta 2010, piatto d'argento, opera di Pasquale Ferraro, filigranista in Alghero

Nel momento di maggior difficoltà per la sopravvivenza stessa della Fondazione intitolata alla sua grande artista, la comunità di Siligo ha voluto confermare la consapevolezza dello straordinario tesoro che l’insegnamento artistico e umano di Maria Carta ha rappresentato, ritrovandosi numeroso e partecipe alla cerimonia di consegna dei riconoscimenti dell’ottava edizione del premio dedicato alla cantante scomparsa nel 1994.
Pur in un contesto assolutamente spartano e sobrio nella collocazione della piazza del paese, tra scenografie minime e luci appena abbozzate, il Premio Maria Carta ha vissuto quest’anno una forse inedita e straordinaria intensità.
E non solo per la valenza anche internazionale di alcuni degli artisti premiati dal trombettista Paolo Fresu al comico Benito Urgu, sino alla sorprendente verve umoristica espressa in campidanese di Rossella Faa e al quasi fanciullesco entusiasmo con cui Paolo Masala ha invitato la gente a ballare.
Quello che il premio ha forse voluto rimarcare è stata anche la capacità di scoprire tra la gente di Sardegna figure di grande intelligenza, di ammirevole impegno civile, di lungimirante spirito imprenditoriale in una sfida continua che ha proprio nell’esaltazione delle nostre radici e della nostra peculiarità di sardi il suo motivo forte di essere.
Una lezione che è arrivata non solo da imprenditrici come Pasqua Palimodde o Rita Pirisi, gratificate da un riconoscimento speciale per la loro eccelsa pratica dell’ospitalità turistica, ma anche da oltre Tirreno con l’esempio del Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe di Biella.
Realtà magmatica di un continuo movimento e sforzo culturale con la Sardegna come baricentro, ma nel contempo di esemplare compenetrazione nella realtà territoriale che la grande comunità di seimila sardi ospita.
Ecco perché giustamente Battista Saiu e Roberto Perinu, instancabili animatori dell’attività del circolo presente da oltre trent’anni, quel premio assegnato a Su Nuraghe lo hanno voluto condividere sul palco di Siligo, con l’intera comunità di Biella rappresentata nel piccolo centro dove Maria Carta nacque, dal primo cittadino Dino Gentile.
E dalle sue parole è arrivata l’attestazione più profonda di quale possa essere il contributo che le nostre comunità di sardi emigrati possano dare là dove vengono ospitate.
Un riconoscimento alle loro potenzialità, alla loro fierezza di sardi pienamente integrati e capaci di offrire un contributo pieno per lo sviluppo economico, sociale e culturale.
Un ruolo del quale siamo spesso proprio noi sardi a dimenticarci o a non tenere nella dovuta considerazione.

Giacomo Serreli,
Presidente Comitato Scientifico Fondazione Maria Carta

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.