Domenica 13 Marzo in una città bagnata da copiosa e fredda pioggia di fine inverno, centro delle proposte giornaliere organizzate dalla locale Comunità dei Sardi di Biella per le celebrazioni del 150° dell’Italia Unita, è stata la partecipazione a sa Missa Majore nel tempio civico di San Sebastiano. Una celebrazione religiosa che si è rivelata particolarmente singolare e densa di significati per le sue componenti volte alla memoria ed all’unione spirituale e materiale degli italiani.
In primis attraverso l’officio del celebrante, fratello di quell’ordine religioso che vede in San Francesco il patrono del Bel Paese, padre Accursio Ajassa, il quale ha sottolineato con passione, nel corso della sua omelia, quanti siano gli eventi e gli uomini biellesi e sardi che hanno contribuito all’unificazione della Penisola. Tra costoro diversi dei membri della famiglia Ferrero – La Marmora, oggi sepolti nella cripta della stessa basilica di San Sebastiano, quali Alberto, esploratore innamorato della Sardegna e Alfonso, fondatore del Corpo dei Bersaglieri la cui Fanfara della sezione di Biella ha contribuito ad animare l’odierna celebrazione eucaristica. Un’animazione liturgica, poi, guidata dai canti corali dell’antica Confraternita di Santa Croce e della Santissima Trinità di Graglia e dalle “Voci di Su Nuraghe“, in un originale mix di repertori di lingua latina, italiana e sarda. Ed ancora la presenza delle launeddas del Gruppo Folk di Masainas, in un colorito contorno di costumi isolani, piemontesi e dei Fucilieri di Su Nuraghe, i quali, come ormai da tradizione, hanno aperto e chiuso l’evento con gli spari di salve bene-augurali sul sagrato della chiesa.
Il tutto alla presenza del Sindaco Dino Gentile, del Vice-sindaco Livia Caldesi, del Presidente del Consiglio Comunale Francesco Piemontese e di diversi consiglieri, in rappresentanza non solo dell’Amministrazione comunale ma della intera cittadinanza di Biella, oggi prodotto di quel flusso di migrazioni che ha dato luogo alla città del presente.
Momenti di rito, di memoria e di comunità, quindi, promossi con la consapevolezza e con la volontà di offrire i frutti positivi delle identità coese, lungo il filone del ringraziamento per il dono della Penisola unificata di oggi.
Filomena Cuccuru