Deposta una “corona civitatis“, decorata da nastro rosso-blu – Il saluto della Città di Biella – Inni alla tromba e onori a sa boghe
Domenica 3 maggio, alle ore 12 esatte si è ripetuto a Biella il rito dell’Alzabandiera con deposizione di corona a Nuraghe Chervu, il monumento intitolato alla Brigata “Sassari”, dedicato ai Caduti sardi e ai Caduti biellesi.
La celebrazione è stata scandita dal trombettiere di Su Nuraghe Paolo Mattinelli che ha eseguito, oltre agli squilli di rito, l’Inno di Mameli, mentre veniva issato il Tricolore, il “Silenzio“, durante la deposizione della corona al monumento e, a fine cerimonia, l’Inno della Brigata “Sassari”, cantato da tutti i partecipanti.
In questa giornata, con il sole allo zenit, dedicata alla Festa dell’Esercito, Cosima Colaianni, madrina dei “Thatharinos Biellesos“, appena “ufficializzati” ed operativi dal 28 aprile u.s., ha realizzato una splendida “corona civitatis“, decorata da nastro rosso-blu, i colori di Sardegna, per indicare anche attraverso il cromatismo l’origine dalla gloriosa Armata Sarda dell’Esercito Italiano.
Nel suo intervento il Vice Sindaco Diego Presa ha salutato la nuova costituzione a Biella dell’Associazione Nazionale Brigata “Sassari”, ringraziando la Comunità sarda per l’impegno, l’opera di sensibilizzazione e attualizzazione di date e valori a volte trascurati.
Infine, con tutte le bandiere al vento, ha preso la parola il Responsabile Fiduciario del Nucleo dei Sassarini Biellesi, magg. Giovanni Manunta di cui riportiamo la breve allocuzione.
Battista Saiu
3 maggio 2009: Festa dell’Esercito al Nuraghe Chervu
Allocuzione del magg. Giovanni Manunta
Oggi, 3 maggio 2009, celebriamo il 148° Anniversario della Costituzione dell’Esercito Italiano. Il 17 marzo 1861 l’antico Regno di Sardegna diviene Regno d’Italia, gli trasmette l’antico retaggio e ne garantisce la continuità istituzionale. Il 4 maggio 1861 Manfredo Fanti, Ministro della Guerra del neonato Regno d’Italia, sancisce l’abbandono del vecchio e glorioso nome di “Armata Sarda” in favore del nuovo e beneaugurante appellativo di “Esercito Italiano”. Fatta l’Italia, si disse, bisognava fare gli Italiani, e questa era vista come impresa delle più difficili. In effetti, il nostro Esercito divenne veramente Italiano solamente con la Prima Guerra Mondiale, mentre gli italiani (con la i minuscola) continuano tutt’oggi a cercare, trovare e sfruttare la più futile occasione per dividersi.
Due parole sul perché e sul significato della Cerimonia.
Innanzitutto per festeggiare il fatto che, dopo mezzo secolo, i Caduti Biellesi hanno finalmente un pennone da cui sventolare quel Tricolore che ne aveva guidato, giustificato ed onorato l’estremo sacrificio. Poi, per ricordare il momento militare della transizione da uno Stato Regionale ad uno veramente Nazionale, insieme al dolorosissimo e pesantissimo contributo pagato dai nostri Soldati e dalle nostre Famiglie per rendere possibile questo fondamentale avvenimento. Quindi, per ricordare che tutto ciò che oggi siamo ci è stato donato col sangue, con le lacrime e col sudore, dai nostri Patres e Mannos e che noi abbiamo il dovere, sacro, di contribuire a formare quella Italia Libera, Democratica e Bella che per essi era solo un lontano, affascinante miraggio.
E, per finire, ricordare che ognuno di questi Eroi aveva madre, sposa, sorelle e figli, che hanno durissimamente patito per il loro generoso sacrificio. A queste meravigliose persone vada il nostro più profondo rispetto.
Pensiamo dunque ai Nostri Morti, a Tutti i Morti, che vogliamo rammentare “ae sa boghe”, come s’usa tra Sardi quando si vuole veramente bene. Morti ed usanze che nessuno potrà mai farci dimenticare, perché “Sa fide nostra no la pagat dinari”.
Ajò, Dimonios! Avanti! E Forza Paris!
Giovanni Manunta, Thattharinu
Nelle foto: alcuni momenti della cerimonia del 3 maggio a Nuraghe Chervu.