Consegna della Bandiera al Nucleo “Emilio Lussu” di Biella

Alzabandiera a Nuraghe Chervu – Cerimonia militare – Il Gen. Cossu consegnerà le tessere della “Sassari”

Domenica 14 giugno, ore 12.00. Semplicità e solennità per il prossimo Alzabandiera mensile a Nuraghe Chervu durante il quale avverrà la “Consegna delle Bandiere” al Nucleo dell’Associazione Nazionale Brigata “Sassari” di Biella intitolato ad Emilio Lussu.
Da Sassari, arriverà il Gen. B. (Ris) Elio Cossu, Presidente Nazionale dell’Associazione, per consegnare formalmente ai nuovi Soci la Bandiera e le tessere di appartenenza all’Associazione con cerimonia a carattere militare che si terrà nell’Area Monumentale di Nuraghe Chervu, secondo il seguente programma:

ore 11.45 Accoglimento delle Autorità e dei partecipanti alla Cerimonia
ore 11.55 Schieramento
ore 12.00 Alzabandiera e posa di una corona ai Caduti
ore 12.05 Consegna della Bandiera
ore 12.10 Breve allocuzione

Il Maggiore Giovanni Manunta, “Responsabile Fiduciario” del “Nucleo dell’Associazione Nazionale Brigata “Sassari” di Biella, anche a nome del Presidente del Circolo Culturale Su Nuraghe, prof. Battista Saiu, ha il piacere e l’onore di informare che il Consiglio direttivo dell’Associazione Nazionale Brigata “Sassari”, nella riunione del 24 Aprile, così come previsto dallo Statuto, ha deliberato all’unanimità, per la costituzione del Nucleo dell’Associazione Nazionale Brigata “Sassari” di Biella.
Il Nucleo è operante, in tutte le sue funzioni, a partire dal 28 aprile del 2009 e dovrà agire in concorso con il Circolo “Su Nuraghe” nel rispetto dello Statuto e del Regolamento della Associazione.
Al Nucleo oltre ai compiti previsti dallo Statuto e dal Regolamento è affidata, in concorso con il Circolo “Su Nuraghe”, il mantenimento dell’Area Monumentale di “Nuraghe Chervu”.

Il Capitano Emilio Lussu, eroe della Brigata “Sassari”

nelle parole di Giovanni Manunta

Emilio LussuEmilio Lussu, nato ad Armungia (Cagliari) nel 1890, chiede ed ottiene nel 1911 di assolvere il servizio di leva in qualità di ufficiale di complemento. Frequenta per tutto il 1912 il Corso Allievi Ufficiali a Torino, nel 92° Reggimento di Fanteria. Nel 1913 è ufficiale di prima nomina al 46° Fanteria “Reggio”, di stanza a Cagliari, ove presta servizio sino al termine del servizio di leva (Agosto 1913). Nel 1914 ottiene, senza gloria, la laurea in giurisprudenza.
Schieratosi con gli interventisti democratici (repubblicani, salveminiani) a favore dell’intervento militare contro gli Imperi Centrali, si offre volontario, insieme al fratello Peppino (che finirà fante in altro reggimento).
Mobilitato tra i primi, il Sottotenente Emilio Lussu assume il comando di plotone nella 10° Compagnia del III Battaglione di un nuovo Reggimento, il 151° della neo costituita Brigata Sassari, e ne porta con fierezza le nuovissime mostrine bianco-rosse.
Il 13 maggio 1915 s’imbarca a Cagliari col Reggimento sul transatlantico America. Seguono i mesi di completamento, d’amalgama e d’istruzione a Roma, Calcinato e Lonato, e l’avviamento al fronte.
Il 25 Luglio riceve, con il resto della sua Brigata, il battesimo del fuoco sulla Selletta di San Martino, all’assalto del cosiddetto “trincerone”.
Sono dieci giorni di assalti e contrassalti contrassegnati da furiosi corpo a corpo, e finalmente alle 20,30 del 4 agosto 1915 il trincerone è definitivamente espugnato.
Le perdite sono gravissime, e la Brigata è rinviata alle retrovie per ricostituirsi. Il 4 Novembre torna in prima linea, sul Carso, ove la Brigata riceve il compito di attaccare, conquistare e mantenere le munitissime trincee delle Frasche e dei Razzi. Il Sottotenente Lussu, aiutante maggiore in seconda del comandante di Battaglione, conquista sul campo la medaglia di bronzo, prima decorazione al valore.
Coadiutore intelligente del comandante di battaglione, dimostrò, in varie circostanze, non comune ardimento nell’adempiere gli svariati compiti ricevuti quale aiutante maggiore in 2° e nei momenti più difficili dell’azione fu a tutti esempio per calma e coraggio
Trincea delle Frasche, 10-14 Novembre 1915
Giovedì 2 dicembre 1915, a venticinque anni, Lussu, uno dei pochi ufficiali sopravvissuti al massacro dei Razzi e delle Frasche, è nominato tenente per merito di guerra. Prende, col robbio, il comando della 10° compagnia. Passa coi suoi soldati il Natale in trincea, e festeggia il Capodanno del 1916 al comando di una pattuglia che si spinge fin sotto i reticolati nemici, da cui viene scacciato a colpi di bomba a mano. Rientra in trincea senza perdite. La Brigata attende invano la sospirata licenza invernale. Riceve invece l’ordine di tornare in prima linea. Il 17 gennaio rifiuta di adunarsi, seguono violenze contro gli ufficiali meno amati, è l’ammutinamento. Intervengono Lussu ed i vecchi ufficiali sardi, parlano, spiegano, pregano, minacciano… alle 22 il tumulto è finito. Il 22 gennaio la Brigata torna al combattimento, e partecipano tutti con l’ardore di sempre, anche gli ammutinati. Il 22 maggio 1916 la Brigata è trasferita sull’Altopiano d’Asiago, invaso dagli Austriaci. Vi resterà un anno, e Lussu ne prenderà spunto per il suo più famoso libro. Durante i sanguinosi combattimenti di Monte Fior e Castelgomberto, Lussu è sempre d’esempio alla testa dei suoi uomini, e rimane miracolosamente illeso mentre attorno a lui ufficiali e soldati sono abbattuti a centinaia. Conquista così sul campo la sua seconda medaglia di bronzo.
In costante e prezioso aiuto al proprio comandante di battaglione e d’esempio ai dipendenti, sia conducendo gli arditi a far brillare tubi esplosivi nel reticolati nemici, sia portandosi con sprezzo del pericolo, nei punti più battuti dal fuoco avversario, per incoraggiare i combattenti e per recapitare ordini importanti“.
Altipiano d’Asiago, Luglio 1916
Il 12 Agosto 1916, il Re concede alle bandiere di entrambi i reggimenti la prima medaglia d’oro al valor militare. Lussu è nominato capitano il 12 novembre 1916. Va in licenza ai primi del ’17, ma dopo soli quattro giorni è richiamato d’urgenza al reggimento.
Il 10 giugno 1917, inizia la grande offensiva italiana, la cosiddetta “Operazione K”. Molti credono nella prossima fine della guerra. La Sassari attacca sul Monte Zebio, il III Battaglione del 151, quello di Lussu, subisce perdite incalcolabili. I comandanti del battaglione cadono uno dopo l’altro, ed è il capitano Lussu, il più anziano sopravvissuto, a prendere il comando del “battaglionissimo”.
Seguono i giorni bui di Caporetto, la ritirata, la resistenza sul Piave, l’offensiva definitiva. Il 28 gennaio 1918, a Col del Rosso, la vittoria del riscatto, il capitano Emilio Lussu compie coi suoi uomini, che lo adorano, atti di straordinario valore. Porta la sua compagnia a superare ben due linee nemiche. Rimasto con pochi uomini, impegna ugualmente un numero superiore di austriaci, li fa prigionieri, ma è ferito seriamente ad un gomito. La sera stessa del 28 lo trasportano all’ospedale militare di Milano. Riceve la sua terza decorazione al valore, la medaglia d’argento:
Comandante di Compagnia, col suo mirabile esempio di sprezzo di ogni pericolo trascinava i suoi dipendenti oltrepassando due linee nemiche. Spinto dalla sua audacia, con pochi uomini impegna vasi con un gruppo nemico, riuscendo a catturarlo. Rimasto ferito, lasciava il suo reparto solo quando il dolor lo vinse. Mirabile e fulgido esempio delle più elevate virtù militari
Col del Rosso, 28 gennaio 1918
Per l’occasione, il Re concede alle bandiere di entrambi i reggimenti la seconda medaglia d’oro al valor militare. Dopo quattro mesi d’ospedale, guarito, il Capitano Lussu chiede ed ottiene di rientrare al reparto. Il 27 maggio riprende il comando della 10° compagnia del III/151.
Il 15 Giugno 1918 inizia l’ultima offensiva austriaca sul Piave. Il nemico passa il Piave a San Donà, entra in territorio Italiano. Il 16 giugno, a Capo Argine, gli austriaci accerchiano la decima compagnia del 151° e le intimano la resa. Ma il Capitano Lussu non perde la testa. Calmissimo, ordina alla compagnia di disporsi in quadrato. Baionetta spianata, il reparto resiste per oltre un’ora, mantenendo il nemico a rispettosa distanza. Al grido “Sardegna, Sardegna!” si apre la via all’arma bianca, e rientra al reggimento con una precisione di movimenti quasi inconcepibile nel momento intricato della lotta. Per Lussu è la quarta medaglia (la seconda d’argento).
Ardito Comandante di una Compagnia, era sempre primo nel pericolo dando esempio di slancio e di coraggio ai suoi dipendenti. In un critico momento, circondato da soverchianti forze nemiche, disponeva il proprio reparto in quadrato resistendo per più di un’ora ai furibondi attacchi eseguiti dall’avversario con la baionetta e con le bombe a mano. Esaurite le munizioni e ricevuto l’ordine di ripiegare si svincolava dalla stretta con impetuosa lotta all’arma bianca e raggiungeva gli altri reparti del reggimento. Mirabile esempio di coraggio e di tenace fermezza
Capo d’Argine, 16 Giugno 1918
Il 4 novembre 1918, l’Austria firma l’armistizio. Lussu festeggia nella sua tenda offrendo spumante a tutti gli amici. È la pace vittoriosa, cui segue la smobilitazione graduale. Lussu, trasferito al 23° Reggimento di Fanteria, permane in servizio in zona d’armistizio sino a fine agosto 1919, poi torna a casa, per combattere, con altri grandi reduci sassarini, altre battaglie, civili, politiche e sociali.
Ma questa, direbbe Kipling, è un’altra storia.

Opere Consultate
G. FIORI, Il Cavaliere dei Rossomori, Torino, Einaudi, 1985
G. FOIS, Storia della Brigata Sassari, Sassari, Gallizzi, 1981
A. GRAZIANI, Fanterie sarde all’ombra del Tricolore, Sassari, Gallizzi, 1934.
E. LUSSU, Un anno sull’Altipiano, Torino, Einaudi, 1998
L. MOTZO, Gli intrepidi sardi della Brigata Sassari. Cagliari. ed. Il Nuraghe, 1930.
MIN. GUERRA, Riassunti storici dei Corpi e Comandi nella guerra 1915-18, vo!. IV, Roma, 1926.
E. SAU, Album dei decorati della Brigata Sassari Guerra 1915-18 Sassari: Ed. Gallizzi, 1968
G. TOMMASI, Brigata Sassari. Note di Guerra. Roma, 1925

Breve biografia di Emilio Lussu

nelle parole di Gianni Cilloco

Emilio Lussu nacque ad Armungia (CA) il 4 dicembre 1890 da una famiglia benestante. La sua figura è sempre stata oggetto di intensa discussione nel mondo politico e letterario per la sua impostazione ideologica ed etica originale, anche se non priva di aspetti problematici, improntata ad uno schietto ed intransigente socialismo libertario, sardista e federalista. Laureatosi in Giurisprudenza presso l’Ateneo di Cagliari nel 1914, prese parte alla Grande Guerra quale Ufficiale di Complemento nella Brigata “Sassari”.
Questa esperienza di vita segnò profondamente la sua personalità ed ispirò allo stesso la stesura dell’opera per il quale è principalmente noto, “Un anno sull’Altipiano“, suo vero e proprio manifesto politico, celeberrima memoria sulla vita dei soldati italiani in trincea, descritta in un contesto che evidenzia l’irrazionalità e l’insensatezza della guerra e dell’utilizzo strumentale a fini bellici delle classi inferiori. La partecipazione delle masse contadine sarde alla Grande Guerra fu, effettivamente, un momento di passaggio storico fondamentale, che pose in termini completamente nuovi la cosiddetta “Questione Sarda”, determinando così un profondo dibattito politico – culturale che sfociò nella fondazione, nel 1919, del Partito Sardo D’Azione dal movimento degli ex combattenti, di cui Lussu fu tra i principali artefici. Eletto deputato al Parlamento nel 1921, dopo diversi contatti con il Partito Fascista miranti all’eventualità di fusione tra i due soggetti politici, al III Congresso del suo Partito, nell’ottobre 1922, denunciò il Fascismo come strumento del capitalismo settentrionale e ne divenne un netto e radicale oppositore, come testimoniato dal fatto che in seguito fu tra i deputati della “Secessione Aventiniana“. Più volte oggetto di aggressioni, nel 1926, il giorno successivo al fallito attentato a Mussolini a Bologna, l’abitazione di Lussu venne assaltata ed egli sparò ad uno degli aggressori che cercavano di introdursi nella sua casa di Cagliari. Condannato a 5 anni di confino a Lipari dal Tribunale Speciale, evase nel 1929, trovando rifugio a Parigi con Francesco Fausto Nitti e Carlo Rosselli ove fu tra i fondatori del movimento antifascista “Giustizia e Libertà”.
Negli anni dell’esilio in Francia pubblicò l’opera “Marcia su Roma e dintorni“, che racconta l’affermarsi del fascismo in Sardegna, dal 1919 al 1929, con le sue violenze e i suoi piccoli uomini di regime. Successivamente prese parte alla Guerra Civile Spagnola nel fronte anti-franchista. Tornato in Italia solo dopo l’armistizio del 1943, diventato uno dei leader della nuova formazione politica che seguì alla fusione tra Giustizia e Libertà ed il Partito d’Azione, partecipò alla Resistenza a Roma, mantenendo comunque stretti rapporti con il Partito Sardo d’Azione. Come esponente di punta dell’ala socialista del partito guidò lo scontro contro la corrente liberal – democratica di Ugo La Malfa. Nel 1945 fu Ministro all’assistenza postbellica nel primo governo di unità nazionale dell’Italia libera, quello presieduto per breve tempo dall’azionista Parri, mentre nel successivo governo del democristiano De Gasperi, fu Ministro senza portafoglio per i rapporti con la Consulta. In Parlamento difese le deboli prerogative concesse dallo Statuto Speciale alla Regione Sardegna e richiamò l’attenzione del governo e delle altre forze politiche sulla necessità di migliorare le condizioni economiche e sociali del popolo sardo e, in particolare, delle sue classi lavoratrici e proletarie. Nel 1964 partecipò alla scissione del PSI da cui nacque il PSIUP (Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria) contro la politica di intese con la Democrazia Cristiana avviata da Nenni. Tuttavia guardò con crescente distacco a questa nuova esperienza mano a mano che il PSIUP entrò sempre più nell’orbita del PCI. La sua vecchiaia operosa lo vide scrivere importanti pagine di storia, di politica e letterarie, raccolte nel volume “Il cinghiale del Diavolo e altri scritti sulla Sardegna“. Lussu sposò Joyce Salvadori, poetessa fiorentina di origine marchigiana, partigiana ed intellettuale di notevole talento, i cui primi lavori furono apprezzati da Benedetto Croce, e dall’unione con la quale ebbe un figlio, chiamato Giovanni. Morì a Roma il 5 marzo 1975.

Per saperne di più…

Nei giorni precedenti la manifestazione, sui monitor “televetrine”, posizionati lungo la centralissima via Italia e nei pressi del Municipio della Città di Biella, sarà possibile vedere il quinto videoclip realizzato dalla Yukon di Vigliano per pubblicizzare l’evento.


Nell’immagine: Labari delle Associazioni Combattentistiche e d’arma di Biella a Nuraghe Chervu.

Labari delle Associazioni Combattentistiche e d'arma di Biella a Nuraghe Chervu

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