Biella, Sabato 26 novembre, ore 21, nella Basilica di San Sebastiano, il Circolo Su Nuraghe presenterà “Il Canto, il Gesto e la Parola”, un intreccio di canti e di letture in omaggio di Gustavo Buratti, il nostro carissimo Tavo che ci ha lasciati due anni fa.
Mi è stato chiesto di leggere alcune pagine di questo grande amico che per tutta la vita ha combattuto, come un antico cavaliere, perché fossero riconosciuti i diritti dei diseredati, dei perseguitati, delle minoranze etniche e linguistiche in via di estinzione.
A Tavo stava a cuore soprattutto il Piemontese, che egli ci ha insegnato a considerare non un dialetto, bensì una lingua, l’eredità dei nostri padri, un patrimonio che rischia di essere dimenticato.
Ho scelto una pagina tratta da “Lassomse nen tajé la lenga” in cui Tavo ci incita a difendere la nostra lingua ancestrale, sia essa sarda o piemontese o altra, perché “l’uomo, come un albero, per vivere e non farsi trascinare via dalle alluvioni, ha bisogno di terra per affondarvi le radici e trarne la linfa che scorre come il sangue nelle vene“. Ci sprona a incontrarci per conoscerci meglio, perché “non ci possiamo amare se non ci conosciamo“.
Tra le tante poesie leggerò “Piemontèis che mi i son“, in cui il Poeta proclama la volontà di difendere la sua lingua rustica, ma potente e viva.
Per portare un esempio della sua prosa leggerò una leggenda della tradizione in cui Tavo presenta in modo magistrale alcune caratteristiche dei biellesi.
Per finire darò il mio contributo a questa serata in onore di Tavo e dell’amicizia tra Biella e la Sardegna leggendo una mia poesia, un canto d’amore per la mia terra, il Biellese.
Maria Pia Coda Forno