Sabato 11 febbraio, attraverso i profumi del Carnevale isolano, anche la Sardegna arriverà Biella.
La locale Comunità sarda darà il suo contributo al ricco calendario della Città dell’Orso messo a punto dall’Assessore agli Eventi e Manifestazioni, Massimiliano Gaggino.
Già dalla mattina, di buon ora, in prossimità della sede del Circolo Su Nuraghe, sarà possibile cogliere le fragranze dei dolci tipici isolani, propri di questo periodo dell’anno: zippulas e cattas, bugie e fatti fritti, diversi nomi per frittelle analoghe ottenute da impasto di farina edulcorata, variamente aromatizzata; tutte rigorosamente fritte – nell’Isola come alle pendici di Oropa – in grasso di maiale.
Le tradizionali “bal d’Ors” di Biella, grandi Krapfen ripieni di crema pasticcera, faranno il paio con le specialità mediterranee isolane e peninsulari. Un felice sposalizio di sapori che, ai piedi delle Alpi, vede uniti Biellesi di antica e nuova recentissima generazione attraverso i caratteristici cibi del Carnevale: favate, fagiolate, dolci di diverse varietà.
Alla sera, alle ore 21, nei saloni di via Galilei, inizierà la grande festa in maschera – con degustazione delle specialità culinarie generosamente preparate dai soci durante la giornata – seguita dalla premiazione delle migliori maschere presenti. L’animazione sarà curata dal ritorno dell’amatissima Jolanda e da saggi dei Corsi di danze sarde e balli “continentali”.
Tutti i partecipanti saranno invitati ad esprimere la loro preferenza per premiare le maschere e le loro performances. Come da tradizione, la consegna dei premi avverrà sabato 10 marzo, durante un altro appuntamento molto atteso: la “Festa della Donna”.
Intanto, nell’immediato, si preparano gli ingredienti, alcuni fatti giungere appositamente dalla terra di origine per realizzare raffinatissimi “culungiones de bentu“, dolci stagionali conosciuti – a seconda delle località – in diverse varianti: fagottini di pasta con ripieno di mandorle, di ricotta o marmellata o, nella preparazione più antica, con sangue di agnello e di capretto.
Angelo Cau