La Memoria, argomento che costantemente domina i dibattiti culturali dei nostri giorni, è tema poliedrico e essenzialmente pluri-disciplinare. Emblematici sono alcuni recenti avvenimenti tra cui il Convegno veneto della FASI su Mannigos de Memoria, i Granai della Memoria, tenutosi il 24 Gennaio 2010 a Padova; in un articolo del 15 Dicembre 2009 il quotidiano La Stampa annunciava che la Memoria sarebbe stato il filo conduttore del XXIII° Salone Internazionale del Libro di Torino (13 – 17 Maggio 2010); a Biella, a partire da Venerdì 22 gennaio 2010, presso il Museo del Territorio, si svolge Memorandum, festival della fotografia storica che, coinvolgendo operatori ed istituzioni pubbliche e private, vuole avviare un’approfondita discussione su come salvare e rendere fruibili al grande pubblico archivi fotografici e, più in generale, le forme di memoria collettiva del passato, spesso di grande interesse ma poco conosciute, ancora più difficilmente accessibili e, soprattutto, ad alto rischio di estinzione per gli alti costi di tempo, denaro e conservazione che richiedono.
Memoria di cosa è stato
nelle parole di Gianni Cilloco
È assodato che per “avere memoria” di qualcosa occorra averne cura, non cancellandone o sprecandone le tracce e le risorse1. Sfogliando le mirabili pagine di M.Bloch nella sua Apologia della storia o Mestiere di storico2 ed imbattendosi in una citazione tratta dall’opera Le Peuple di Michelet, tale asserto trova giustificazione nel presupposto per il quale non è possibile comprendere quanto esiste ed accade nel momento attuale per « … chi vorrà limitarsi al presente… ». E ciò perché, come emerge negli odierni convegni e dibattiti culturali canalizzati nei più svariati settori, la Memoria è un percorso “storico”, che si esprime e culmina nell’atto del presente.
Nella rivista Diario della memoria del 27 Gennaio 2001, E.Castelli Gattinara3, parlando del filosofo francese H.L.Bergson, evidenzia come esista nella mente umana un’attività pura, da intendersi in senso pieno, legata all’esperienza, ad un vissuto, ad un momento unico ed irripetibile, ad un passato che in quanto tale non agisce più, una dinamicità, un altrove che avvolge il presente, nel quale il ricordo si esplica senza sforzi, spontaneamente: in tal caso il pensatore transalpino era solito parlare di ricordo puro, ossia la Memoria, un quid interiorizzato, un iter esistenziale che pure il prof. Bachisio Bandinu, nel corso della giornata di studio di Padova sulla Limba, ha definito “la scrittura nella carne di un tracciato di vita“. M.Cambiaghi4, sottoponendo all’attenzione del pubblico l’attività ventennale della studiosa tedesca Aleida Assmann, una delle massime esperte contemporanee di memoria e ricordo, ha messo in evidenza come nel mondo di oggi si abbia a che fare « … con la necessità che la memoria vivente dei testimoni oculari, per non disperdersi, venga tradotta in memoria culturale per la posterità … ». Si sottolinea, però, distinguendo tra Memoria funzionale, o vivente, e Memoria archivio, o culturale, la sussistenza, nel secondo tipo, di un prodotto non più immediato, genuino e spontaneo, ma di seconda mano, in quanto non diretto e, perciò, artificiale, del cui senso è pure possibile un’alterazione di valenza della percezione di senso e significato, anche inconsapevole, fatto che può comportare diversi esiti, a seconda dei casi, verso una visione della situazione del passato più o meno corretta ed aderente al reale e, quindi sul relativo giudizio finale. E ciò in quanto, nel momento del suo essere riesumato, il passato, inteso come esperienza, in realtà viene sostanzialmente e necessariamente “riscritto e rielaborato” in tal senso, proprio perché la Memoria è un laboratorio, un posto dove i dati dell’esperienza vengono continuamente sistemati alla ricerca del senso, in stretta connessione ad un’insita intensità emotiva5. In ciò il sottile rischio conclamato da P.Levi in I sommersi ed i salvati, ed espresso in una massima realista quanto pessimista: «Racconteremo e non saremo creduti», o, si perdoni la sommessa “parafrasi” personale, capiti.
I documenti materiali, la stessa registrazione filmata delle testimonianze personali, come bene insegnano lo studio della psicologia e l’analisi del diritto, infatti, non riescono a trasmettere e raccontare tutto quello che può essere offerto da quello che può essere fornito dalla cosiddetta “prova testimoniale diretta”, perché il tempo ed il contesto in cui essi sono sorti sono ormai assai distanti da quelli del presente, lontano e separato già solo a partire dalle percezioni sensibili ed emotive al tempo avvertite e percettibili dai singoli soggetti interessati6.
La Memoria “storica” ha oggi, in taluni campi e con taluni fini, delle specifiche garanzie e tutele istituzionali. La Repubblica Italiana, con l’art. 1 della Legge 20 Luglio 2000, n. 211, ha riconosciuto il 27 Gennaio come Giorno della Memoria, data nella quale, nel 1945, furono abbattuti i cancelli del Campo di Sterminio di Auschwitz, in Polonia. Tale norma è stata scritta al fine di ricordare la Shoah, ossia lo sterminio del Popolo Ebraico durante il periodo nazi-fascista, le leggi razziali, la persecuzione italiana ai cittadini ebrei, le vittime e tutti quegli eroi di ogni fronte che, pur non ritenendosi tali, hanno messo a rischio la vita propria e quella dei loro congiunti al fine di opporsi e di combattere il progetto di genocidio e, così facendo, hanno salvato e protetto i perseguitati. Una giornata che si nutre dello scopo di imprimere nella coscienza degli individui l’immagine della responsabilità personale ed il ruolo esistenziale che riveste in ciascun individuo la Memoria.
Per celebrare questa giornata numerose sono le iniziative in atto in tutto il Paese. Due, citate a mero titolo esemplificativo, si svolgono in Sardegna ed in Piemonte: a San Vero Milis, sull’Isola, in collaborazione con il Centro di Documentazione della Memoria “Cosimo Orrù” e l’ISSRA (Istituto Sardo per la Storia della Resistenza e dell’Autonomia) di Sassari, nonché in collaborazione con la Cooperativa Ampsicora e con la Pro Loco, è stato organizzato, anche in vista delle iniziative connesse al prossimo Giorno del Ricordo (istituito con la Legge 30 marzo 2004, n. 92, in memoria delle vittime delle Foibe), un ricco calendario di eventi rivolto alla popolazione ed, in particolar modo, alle scolaresche degli Istituti di ogni ordine e grado, finalizzato a “ricordare per non dimenticare” l’immane tragedia delle persecuzioni causate dai regimi totalitari7; a Biella e Vercelli varie sono le proposte: http://www.storia900bivc.it/indexie.html : in particolare, nella provincia di Biella, anche, l’Ecomuseo Valle Elvo e Serra ed il Comune di Occhieppo Superiore (BI), presso Villa Mossa, nel contesto della rassegna Cinema e Cultura, ha fissato a tale proposito un incontro per Venerdì 29 gennaio p.v., alle h. 21,00, dal titolo “I bambini erano a Birkenau come uccelli di passo“. Iniziative parzialmente speculari negli oggetti e nei destinatari, specie sotto il profilo del filo conduttore comune dei bambini e dei giovani i quali, come la stessa Memoria nel senso precedentemente illustrato, garantiscono il domani che verrà.
Da ultimo un ulteriore piccolo spunto di riflessione: in un articolo pubblicato su Sette – Corriere della Sera, n. 1/2, 14 Gennaio 2010, p. 18, dal titolo Le domande della memoria, S.Jesurum ha sottolineato come per “sapere” la Shoah, per “fare memoria” senza effetti sterili, occorrano interrogativi che generino, a loro volta, interrogativi. Ciò implica che il “far rivivere” un fatto vissuto, il quale, nel momento della sua riesumazione nella memoria è stato oggetto e subisce ulteriormente un processo di rielaborazione, può imporre al singolo, come alla collettività, continue considerazioni sul senso delle cose della vita.
- Cfr., C.Petrini, Gente di Piemonte, Ed. L’Espresso S.p.A. – Collana “La Biblioteca di Repubblica“, Roma, 2010, p. 15 [↩]
- Ed. G.Einaudi – Collana Piccola Biblioteca, Torino, 2009, p. 30 [↩]
- La porta scorre, dov’è la casa?, pp. 26 – 29 [↩]
- L’importante è comunicare, in Diario del mese. Memoria, 24 Gennaio 2003, pp. 138 – 141 [↩]
- Cfr., A.Portelli Quando le parole vengono incontro, in Diario della memoria del 27 Gennaio 2001, pp. 90 – 98 [↩]
- Cfr., W.Laqueur, In luogo di una prefazione, in AA.VV., a cura di W.Laqueur, Dizionario dell’Olocausto, Ed. it. G.Einaudi a cura di A.Cavaglion, Torino 2006 [↩]
- http://www.italia-liberazione.it/sassari – http://issra.blogspot.com [↩]