La notizia della morte di Alessandro Sanna colpisce e addolora la Comunità sarda e il mondo della cultura biellese.
Oltre che per il Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe, l’Ente che lo annovera tra i Soci Fondatori, Alessandro è stato per molti anni valido, attento e prezioso collaboratore di diverse Associazioni e realtà della Cultura biellese.
Al DocBi, Centro Studi Biellesi, è conservata una quantità davvero considerevole di “materiale” di vario genere che, nel tempo, Alessandro ha consegnato, accompagnandolo con suggerimenti, sollecitazioni, indicazioni di ogni tipo; in molti casi sono state precorritrici di successive realizzazioni, come – un esempio tra tanti – la messa in valore della produzione locale della Vespa Piaggio.
“Ricorderemo Alessandro – afferma Giovanni Vachino, presidente del DocBi – con affetto, riconoscenza e gratitudine per tutto il lavoro da lui disinteressatamente riversato nel nostro territorio, non soltanto attraverso la nostra associazione e Su Nuraghe, ma anche tramite le altre realtà che lui seguiva e sosteneva”.
Negli ultimi tempi, con l’avanzare inesorabile della malattia, ha intensificato ancor più la sua azione generosa e disinteressata, facendo recapitare all’Istituto “Eugenio Bona” (la scuola in cui aveva conseguito il diploma), libri di argomento giuridico ed economico; alla Biblioteca del Seminario Vescovile, volumi di argomento religioso e morale; alla Biblioteca Civica, “un po’ di tutto”, tra cui opere scientifiche e romanzi, particolarmente libri di argomento storico, geografico, consegnati alla sezione Biblioteca per Ragazzi della nostra città, selezionati e adatti ai giovani fino ai 18/20 anni di età.
In lui vivevano in mirabile sintesi “Biellesità” e “Sarditudine”, ereditate dai genitori: sardo il padre Giovanni Antonio di Sassari e la madre, Vera Negri della Valle Cervo, cuore pulsante dell’identità alpina.
I Sanna sono una Famiglia molto nota in città, il padre invalido mutilato di guerra, ha presieduto e diretto per anni l’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci e, fino allo scioglimento, l’Associazione “53° Reggimento Fanteria”.
In occasione delle recenti celebrazioni del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia organizzate da Su Nuraghe, in segno di continuità tra antico Regno di Sardegna e Repubblica Italiana, Alessandro ha voluto indossare la “bustina”, il copricapo da Sergente maggiore con al petto le decorazioni al Valor militare conseguite dall’eroico genitore.
Un’identità complessa, all’insegna dell’inclusione e della ricerca dei punti in comune – ed Alessandro ce lo ricordava spesso – tra terre e popoli diversi – Piemonte e Sardegna – uniti da trecento anni di storia comune, con radici ancora più profonde risalenti – e con lui ne siamo fieramente orgogliosi – al IV secolo, all’evangelizzazione di Sant’Eusebio da Cagliari, Patrono del Piemonte.
Simmaco Cabiddu