Sas Prammas, conflitto di culture, confronto di diversità

palme intrecciateLe palme, come i rami d’ulivo, costituiscono l’immagine ricorrente della Domenica che precede sa Pasca de Abrile. Tale consuetudine trae origine nello stratificarsi di varie esperienze susseguitesi nel tempo.
Il Vangelo di Giovanni, al Cap. XII, 12-13, ricorda come la folla, con in mano rami di palma, fosse andata festante incontro a Cristo nel suo ingresso trionfante in Gerusalemme. Tuttavia l’elemento arboreo ivi citato è sempre stato considerato universalmente, sin da periodi anteriori dell’antichità, un simbolo di vittoria, di ascensione, di rigenerazione e di immortalità1: presso le popolazioni elleniche, infatti, la palma era detta phoînix, la fenice, esattamente come il mitico uccello in grado di rinascere dalle proprie ceneri; presso i latini, invece, la palma era ritenuta, per le sue foglie caratteristiche simili ai raggi di un astro, la pianta solare per eccellenza ed, in quanto tale, simbolo del mondo divino e splendente, l’emblema della Vittoria romana, la dea Palmaris2. Nel contesto cristiano, poi, ha assunto la funzione di prefigurare nell’episodio evangelico la Risurrezione di Gesù, assumendo, poi, significato analogo con riferimento ai martiri della fede3. Nella psicoanalisi moderna, da ultimo, ed, in particolare, nel pensiero di Jung, essa ha assunto il ruolo simbolico dell’anima4.

Anche il Vangelo di Marco, al Cap. XI, 8, narra l’episodio dell’ingresso trionfale di Cristo a Gerusalemme, facendo, però, menzione di “fronde verdi“, identificate dai più con i rami di ulivo alla luce della lettera dell’Antico Testamento, ed, in particolare, del Libro della Genesi (VIII, 11), laddove viene raccontato l’episodio di Noè e della colomba, volatile tornato dall’esplorazione del mondo sommerso dal diluvio con un ramoscello di detta pianta, simbolo di rinascita alla vita e di riconciliazione5. Nel Medioevo, grazie anche all’influenza della lettura dei testi dei Vangeli apocrifi di Pseudo Matteo e di Nicodemo, tale fusto vegetale ha assunto l’immagine del mitico albero della Croce di Cristo, simbolo di vittoria sulla morte e sul peccato e di misericordia verso gli uomini ed i “giusti” defunti ed, in alcune opere pittoriche di artisti senesi dell’epoca, soggetto nell’iconografia dell’Annunciazione, con dipinti raffiguranti i relativi ramoscelli portati dall’angelo alla vergine Maria6.

Le odierne processioni della Domenica delle Palme trovano la propria origine proprio in quelle realizzate presso le prime comunità cristiane localizzate in Palestina e, nella specie, a Gerusalemme, ove, nel IV – V secolo, è attestato che il popolo seguisse in corteo, con in mano palme o rami d’ulivo, il proprio vescovo, in un locale tragitto articolato dalla chiesa dell’Ascensione a quella della Resurrezione. Tale costume si diffuse, successivamente, in Gallia ed in Spagna, per giungere a contatto con la liturgia romana solo nell’VIII secolo e divenirne consuetudine costante liturgica a partire dal seguente IX secolo7. In un’analisi complessiva del fenomeno etno-storico considerato, a prescindere dalle locali differenziazioni, per lo più legate all’arte dell’intreccio, come nel caso della cultura Sarda8 , è evidente, quindi, come trovi conferma l’affermazione del filosofo Immanuel Kant secondo la quale il Vangelo costituisce «la fonte da cui è scaturita la civiltà europea»9.

La consuetudine “delle palme” costituisce un’ulteriore occasione nella quale il Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” di Biella offre, nella pratica, un concreto esempio di riscoperta, vissuta e vivente, delle tradizioni e delle radici del mondo quotidiano. In questa circostanza si evidenzia in tutta la sua valenza la profonda impronta del Cristianesimo nei costumi italiani, assai similari nel caso di specie tra Sardegna e Terraferma. Molti studiosi della storia ed osservatori della realtà hanno evidenziato come oggi sembrino riproporsi alcuni dei problemi del passato, quali il conflitto delle culture ed il confronto con le diversità. L’attenzione, la tolleranza, il rispetto e la sensibilità permettono, tuttavia, di riconoscere nei nostri luoghi di vita e di lavoro le matrici dell’unità nelle radici cristiane e nella storia, segnate, primariamente, da origini romane e barbariche10.

Gianni Cilloco

Nell’immagine: palme intrecciate.

  1. Cfr., J.Chevalier e A.Gheerbrant, Dizionario dei simboli, BUR, Milano, 2008, voce “palma“ []
  2. Cfr., A.Cattabiani, Calendario, Mondadori, Milano, 2008, pp. 180-181 []
  3. Cfr., A.Cattabiani, cit., p. 180; J.Chevalier e A.Gheerbrant, cit. []
  4. Cfr., J.Chevalier e A.Gheerbrant, cit. []
  5. Cfr., A.Cattabiani, cit., p. 182 []
  6. Cfr., A.Cattabiani, cit., pp. 180-182 []
  7. Cfr., A.Cattabiani, cit., p. 179; F.S.Ruiu, I riti della Settimana Santa in Sardegna, Imago, Nuoro, 2007, p. 10 []
  8. Cfr., F.S.Ruiu, cit., p. 10 []
  9. Cfr., G.Ravasi, Testimoni: quando la fede cambia la storia, in Luoghi dell’Infinito, n. 133, Anno XIII, Ottobre 2009, p. 4 []
  10. Cfr., F.Cardini, Tre stelle dal Medioevo, in Luoghi dell’Infinito, n. 133, Anno XIII, Ottobre 2009, pp. 8-15 []

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