È morto Roberto Mocci di 36 anni, Sardi e Biellesi in lutto

Roberto MocciBiella, 2 novembre – Roberto Mocci di 36 anni è mancato improvvisamente all’affetto dei suoi cari. A funerali avvenuti, lo annunciano la mamma, Laura Pini e il papà Antonio; la nonna Idelma, lo zio Giancarlo con la moglie Silvia e il figlio Martino, Virginia e Leonardo; amici e parenti tutti.
Le esequie hanno avuto luogo in Valdengo; la cara Salma riposa nel locale cimitero.
Roberto se ne è andato in silenzio, senza lasciare alcun messaggio, appendendo la sua vita ad un chiodo della cucina della casa dove viveva con i genitori. È stata la mamma a scoprire la tragedia. Per lui, l’altra mattina si sono chiusi gli orizzonti, le prospettive di vita, le speranze di futuro.
Sposato con Emanuela, da tre anni aveva perso il lavoro, licenziato dalla cooperativa dove lavorava come autista, lo stesso lavoro del padre.
Figlio unico, si era voluto sposare nello stesso giorno in cui si erano uniti in matrimonio i suoi amati genitori. “Mio figlio credeva nel matrimonio – afferma la madre affranta – per lui era una cosa sacra”.
“Si accontentava del lavoro che veniva fuori – incalza il padre – tutt’altro che “schizzinoso”; aveva bussato per oltre 350 volte alle porte di altrettante ditte in cerca di lavoro, presentando il suo bel curriculum, disposto ad accettare qualsiasi occupazione pur di superare il grande disagio del dover dipendere dagli altri. Un ragazzo eccezionale che, anche come figlio, non ci ha mai dato nessun problema”.
Dopo le scuole dell’obbligo, aveva studiato dai Salesiani di Vigliano e, poi, a Texilia, a Biella.
Mamma biellese e babbo sardo, originario di Giba, in provincia di Cagliari. Il papà coi fratelli Flavio, Paolo, Maria e Giorgio, sono giunti a Biella nel 1959, negli anni della grande emigrazione, assieme al padre Gabriele e la mamma Maddalena Mura.
Dolore grande e insopportabile per la famiglia naturale, grave ferita per la famiglia allargata di Sardi e Biellesi.

Battista Saiu

6 commenti

  1. Anche se non lo conoscevo personalmente mi sento parte di questa società che non ha saputo dare ai suoi giovani neanche la voglia di vivere. Partecipo al dolore della Famiglia e di Su Nuraghe.

  2. Ho letto con un nodo alla gola della tragica scomparsa del giovane Roberto Mocci.
    Purtroppo sono le tragiche conseguenze della situazione economica disastrosa della nostra zona che lasciano il segno soprattutto nella persone sensibili che hanno perso il lavoro, la possibilità di sostenere famiglia con figli, perdendo così purtroppo anche la dignità e la speranza. Dopo aver bussato per mille volte alle porte per cercare lavoro senza avere risposto o forse solo promesse, è comprensibile che ti possa assalire lo sconforto e purtroppo anche il desiderio di farla finita, lasciando nel dolore tremendo chi ci resta, senza potersene dare una risposta concreta.
    Era anche un bel ragazzo pieno di entusiasmo, fino a quando …
    A funerali avvenuti condoglianze sincere ai famigliari, un abbraccio alla moglie ed ai genitori che non sapranno farsene una ragione.

  3. Che dolore! Che tempi barbari e terribili! Non è giusto che per difendere la propria dignità di uomo che vuole il lavoro per la famiglia si debba compiere il gesto estremo di perdere volontariamente la vita. Consideriamo il gesto di Roberto Mocci come un grido di protesta contro tutto ciò che uccide la speranza in un futuro migliore e sia monito contro l’egoismo e l’indifferenza. E sia anche una ragione per la riaffermazione dei nostri ideali di giustizia e di solidarietà da cui è nato il nostro Movimento degli emigrati sardi nel mondo. Ti prego di portare ai genitori di Roberto il cordoglio mio e della FASI.

    Tonino Mulas,
    Vice presidente della Consulta della Regione Autonoma della Sardegna dei Sardi nel Mondo

  4. La comunità delle suore di S.G.B.Cottolengo di Roma partecipa al dolore dei genitori e della giovane sposa Emanuela per la morte di Roberto Mocci.
    Siamo vicine a tutti con la preghiera e l’affetto di sempre in questi momenti di grande dolore.
    Nel Signore sempre vi salutiamo e sentite condoglianze.
    La Direttrice Sr Caterina Mameli

  5. Tutto scorre e la mia vita si spegne
    mentre ogni cosa si perde nel niente
    allora apro gli occhi della mia mente
    ma la solitudine mi avvolge indolente,
    seppur la vita sfugge senza ritegno
    incurante danzo nel vento
    come polvere dispersa nel tempo.
    Smarrita nel tempo la mia anima vaga senza trovar altra strada.
    Dispersa nel vuoto la mia anima muore senza capire cosa vuole.
    Vorrei dare un senso a ciò che vedo
    ma il tempo passa senza rimedio,
    l’ultimo fuoco si spegne
    rendendo il freddo accecante
    e solo un carbone ardente
    da luce alla mia mente.
    Siam come polvere a spasso nel tempo
    perduti nel vuoto che ci portiam dentro.

    Scritta e dedicata a te. Ciao Roberto…

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