Caduti sardi nel Sacrario di Biella, fiori a Nuraghe Chervu

Nuraghe Chervu
Biella, Nuraghe Chervu, monumento ai Caduti sardi e biellesi.

Domenica 4 Novembre – Il nostro bel Tricolore e le bandiere di Piemonte e di Sardegna sono stati innalzati a Nuraghe Chervu in occasione del IV Novembre, data che celebra la Vittoria, la fine della Grande Guerra; ricordo del sacrificio di 600.000 morti, circa un milione di feriti, mutilati e invalidi, 600.000 prigionieri e dispersi.
In quegli anni, una generazione intera è stata chiamata ad obbedire al prezzo della vita.
Alla fine del Primo Conflitto Mondiale, Biella come altre città d’Italia è stata in lutto, poche e in sordina le feste, sospeso il Carnevale fino alla prima metà degli anni Venti.
Nell’area monumentale che sorge alle porte della città, come di consueto, Sardi di Biella hanno deposto fiori bianchi e color oro ai piedi del grande menir sul quale è incisa la dedica: “Agli intrepidi Sardi della Brigata “Sassari” nel comune ricordo dei 13.602 figli di Sardegna e dei 523 giovani biellesi Caduti per l’Unità d’Italia”.
In questi giorni, accomunati a tutti i defunti, il ricordo riemerge alla memoria comune, si rinnova in silenzio; avvolti dalle brume d’autunno i nomi dei nostri giovani Caduti.
Alcuni di quei ragazzi di allora – Sardi, Piemontesi e di altre regioni d’Italia – riposano nel piccolo spazio del Sacrario di via dei Tigli. Tra loro, tre giovani isolani morti nell’ospedale militare di Biella per ferite riportate in combattimento. Sono sepolti qui, lontano dalla terra in cui sono nati.

Simmaco Cabiddu

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