Sabato 24 novembre, alle ore 21, in collaborazione con l’Istituto Musicale Perosi di Biella, Palazzo Gromo-Losa ospiterà la sessione conclusiva (la 5°) del Convegno internazionale “La lingua dei popoli”, svoltosi durante la giornata, nelle sale del Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe, al numero 11 di via Galilei.
La serata (ad ingresso libero e gratuito), organizzata dal circolo sardo, è imperniata sui Tenores di Neoneli. Il tema è “La lingua, il canto e la parola”, lingua e canto ancestrali nel tempo presente, proposti da una formazione artistica innovativa, composta dal tradizionale quartetto di canto a tenore, ma arricchita dalla presenza di suonatori di strumenti musicali tradizionali quali sa Trunfa, lo scacciapensieri, su solìtu, lo zufolo pastorale, su tumborro, il tamburo sardo, sa chiterra, la chitarra e s’organitu, su sonete, l’organetto diatonico, entrato a far parte della tradizione isolana dall’Ottocento, a fianco o in alternativa alle antichissime launeddas, soppiantati poi entrambi dalla fisarmonica.
Gli strumentisti intervengono anche con mandole e mandolini, percussioni, armonica a bocca e con sa bena (un primitivo strumento a fiato, antenato delle launeddas), con tecniche di estremo interesse musicologico.
Gli artisti accompagnano anche alcuni canti polivocali del gruppo, rendendoli armonicamente ancor più accattivanti e nuovi; per questo sono apprezzati da giovani e da anziani. Si tratta di brani in cui la timbrica peculiare del canto a tenore resta rigorosamente inalterata, pur avvalendosi della presenza di armonie nuove, che li rendono senza dubbio più vicini per l’orecchio moderno.
Questi tentativi di “contaminazione” interna – afferma Tonino Cau, anima dei Tenores e della loro evoluzione artistica – nascono dalla consapevolezza che oggi anche la tradizione può e deve essere influenzata da ciò che la tecnica e le possibilità di confronto con altre espressioni artistiche ci mettono a disposizione. Inoltre, la presenza di brani coniati all’insegna della novità rendono più fruibili i pezzi puramente tradizionali che nei nostri concerti, naturalmente, non mancano mai.
Pertanto, parlare di “spettacolo”, nel senso singolare del termine – continua l’anima dei Tenores – è abbastanza riduttivo quando si vuol fare riferimento al coro di Neoneli.
E conclude: “tra i brani proposti dal Coro di Neoneli ci sono testi tradizionali, ma anche testi composti da noi che – usando la nostra lingua antichissima sposata alle ancestrali modalità melodiche – mirabilmente riescono a parlare di argomenti di attualità, quali piromania e ambiente, droga, terza età e infanzia, banditismo e l’eterno “amore”, compresa l’enfatizzazione delle nostre perle naturalistiche e turistiche che molti ci invidiano”.
Degno finale del Convegno, in cui il suono ancestrale della lingua è quasi sublimato da quello trascendente della sonorità musicale.
Simmaco Cabiddu