Ultimo appuntamento 2012 con “Su Nuraghe Film” lezioni di cinema tenute da giovani sardi di seconda e terza generazione “per conoscere la Sardegna attraverso il film d’autore” – Ingresso libero
Venerdì 7 Dicembre, a Biella, alle ore 21, nelle sale del “Punto Cagliari”, in via Galileo Galilei, 11, verrà presentato il film di Ignazio Figus, “Il coraggio della poesia, voci della poesia logudorese“, realizzato per conto dell’Amministrazione comunale e della locale Pro Loco di Ittiri (Sassari), nel 2011. Dura 60 minuti ed è stato girato nella Sardegna Nord-Occidentale con la guida ideale del poeta locale Giovanni Fiori.
Il film, proveniente dagli archivi dell’I.S.R.E., l’Istituto Superiore Regionale Etnografico della Regione Autonoma della Sardegna, Archivi di antropologia visuale del “Museo regionale della Vita e delle Tradizioni popolari sarde” di Nuoro, esplora, attraverso le parole dei protagonisti, gli aspetti peculiari della poesia sarda e ne puntualizza le attuali problematiche.
Il documentario descrive i percorsi formativi, segue la trasmissione della poesia in ambiti di ritualizzazione, indica la forte relazione tra le rime scritte e quelle estemporanee, individua la produzione poetica al femminile, evidenzia la necessità del ricambio generazionale favorito anche dai laboratori-seminari per i componimenti in versi.
Su questi e altri temi toccati dal film, s’insinua pervasivo quello più intimo per l’animo del poeta: il coraggio di affermare le proprie prerogative e, in sostanza, di essere se stesso, senza reticenze, davanti alla collettività. Nell’uomo comune che tutti conoscono, per l’insopprimibile impulso della poesia, c’è un uomo diverso: un poeta che trova l’audacia di esserlo.
Dalla narrazione filmica emerge, in ultima sintesi, il ruolo del poeta nella Sardegna d’oggi, accompagnato da un interrogativo: il poeta o la poesia sono ancora in grado d’indicare, alla società che lo esprime, una via, un sogno, un’utopia?
Salvatorica Oppes
Giovanni Chergia, padre sardo e madre biellese
Nato a Borgosesia nell’anno 1985, dall’unione di padre sardo, giovane carabiniere, e madre Biellese, cresco fino all’età di 5 anni con i miei nonni materni, mancati entrambi purtroppo al mio affetto in questi ultimi giorni.
Nonostante l’affetto dei nonni, il bisogno di crescere con i miei genitori ha fatto sì che tornassi insieme a loro in età di scuola materna, ad Oleggio, dove babbo e mamma lavoravano.
Arrivata l’età adolescenziale, ero in seconda media, babbo chiese il trasferimento in Sardegna, dove ci trasferimmo nell’estate del 1999, e lì iniziai a gustare l’aria e i sapori “della mia terra”.
Appena arrivato in Sardegna, ambientarmi è stato molto facile soprattutto perché il nuovo paese era Solarussa, paese nativo di mio padre, dove i pochi abitanti si conoscevano tutti, e tutti eravamo i figli di qualcuno che conoscevamo…
Insieme alla scuola, cominciai a frequentare la squadra calcistica ed il gruppo folk del mio paese. In quest’ultimo ho imparato l’arte dei nostri balli e tutto ciò che comporta il folklore e la tradizione sarda.
Finii il mio cammino di studio, qualificandomi in un centro regionale come Elettricista Elettromeccanico.
Dopo cominciai a lavorare nelle nostre campagne fino a quando i miei cari nonni non mi chiesero di raggiungerli per cercare lavoro a Biella.
Tornato a Biella, ho subito cominciato a lavorare, lavori diversi in questi dieci anni, ma sempre continuativi.
I miei nonni mi hanno accolto come un figlio, loro dicevano che ero il maschio che non era mai arrivato: avendo 5 figlie, mi hanno aiutato a completare il mio iter di crescita, a diventare uomo.
Pochi mesi dopo il mio arrivo a Biella cominciai a frequentare il nostro circolo, con qualche interruzione a causa del lavoro e della mia vita privata, ma sempre presente con il cuore, avendo anche dei ruoli, che mi hanno permesso di partecipare attivamente, in particolare insegnando i nostri balli.
Oggi vivo da solo, ho un lavoro stabile e una ragazza d’oro che spero di riuscire a sposare presto.
Giovanni Chergia