Biblioteca Su Nuraghe e territorio, il caso di Mario Salamone

Mario Salamone
Pagina del giornale Il Biellese del 25 gennaio 2013.

Soddisfazione tra i Soci per i successi scolastici e di apprendistato di Mario Salamone

A seguito di una Convenzione di tirocinio di formazione e orientamento tra l’Istituto Tecnico Industriale Statale “Q.Sella” di Biella, e l’Associazione Circolo Culturale Sardo di Biella, il giovane studente Mario Salamone ha svolto attività di formazione per l’apprendimento delle tecniche di catalogazione presso la Biblioteca Su Nuraghe, al fine di agevolare le scelte professionali mediante la conoscenza diretta del mondo del lavoro e realizzare momenti di alternanza tra studio e lavoro nell’ambito dei processi formativi.
L’attività di formazione si è svolta dal 10 aprile al 30 giugno 2010, presso la sede di Su Nuraghe, in via Galileo Galilei, con il supporto dei soci e la collaborazione delle “donne del filet”, veri e propri angeli custodi che hanno seguito amorevolmente Mario nei momenti di permanenza a Su Nuraghe.
Durante il tirocinio è stato seguito direttamente dal bibliotecario Biagio Picciau e da Melinda Marroccu, incaricati dal presidente dell’Associazione, Battista Saiu.
Tra le ipotesi concordate tra Su Nuraghe e l’Istituto Tecnico Industriale Statale “Q.Sella”, il tirocinio ha avuto lo scopo di aiutare lo studente a potenziare e migliorare le proprie capacità di comunicazione in ambiti diversi da quello scolastico e da quello familiare, impegnandosi a comprendere quanto gli veniva insegnato e detto, rielaborandolo per farne una sua competenza da utilizzare in ambito lavorativo.
Ora, davanti a nuove prospettive lavorative e di vita, con il percorso formativo ultimato, gli Amministratori e i Soci di Su Nuraghe si uniscono alla gioia di Mario e dei genitori per gli ottimi risultati raggiunti.

Simmaco Cabiddu

Infinito affetto agli amici del Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe

Venerdì, 25 gennaio 2013. Sembra una giornata come tante altre: i ragazzi sono a Torino, uno per studio e l’altro per lavoro, ma non è un giorno qualsiasi. Aspetto con ansia l’arrivo di mio marito dal lavoro che mi porterà da leggere questo giornale perché so che un articolo parlerà di mio figlio.
Varca la porta, mi saluta ed avverto in lui, nei suoi occhi una commozione profonda e trattenuta, forse perché non vuole togliermi il piacere di gustare fino in fondo la lettura . Non mi anticipa nulla ma mi suggerisce di fermarmi un attimo e di leggere. Lui inizia a pranzare mentre io mi immergo nella lettura. Avrei voluto leggerlo tutto d’un fiato ma non sono riuscita. Dopo poche righe la vista mi si è appannata, avvolta da una sorta di nebbia impenetrabile. Ho iniziato ad avere il viso bagnato dalle lacrime e più volte ho dovuto fermarmi per la troppa gioia e commozione! Un’emozione profonda, indescrivibile mi avvolge e mi coccola, un nodo alla gola ed una stretta al cuore mi lascia senza fiato e respiro. E’ difficile per una mamma descrivere una propria e così intensa emozione provata. Per capirla bisognerebbe aver passato venti anni insieme al mio bambino, giorno dopo giorno. Sì, quel bambino, ora ragazzo che si reca a Torino per imparare un mestiere una volta alla settimana, per prendere la patente e che presta il suo apprendistato presso la Fondazione CrB è lì, sul giornale. Mentre leggo quel meraviglioso articolo, ripercorro tutta la sua vita in un attimo dalla diagnosi all’età di un anno fino ad oggi. Tante sofferenze, rinunce, battaglie ed incomprensioni, scoramenti e poi interminabili “viaggi della speranza” a Milano per le lezioni di musicoterapia e logopedia, una volta alla settimana e tanto, tanto lavoro a casa da parte mia: lezioni riabilitative logopediche impartite tutti i giorni secondo quanto mi veniva suggerito di fare dagli esperti del metodo orale di Milano.Una vita trascorsa in un tunnel silenzioso chiamato “sordità” a dare voce a chi non ce l’ha, a cercare di dare un suono alla sua vita e dove anche la parola “mamma” pronunciata da Mario acquistava un valore particolare ed era una grande, grandissima conquista! Ne seguiranno tante altre per fortuna e se Mario oggi è quello che è lo deve, oltre che a sé stesso e alla sua famiglia anche a quelle innumerevoli persone che lo hanno seguito nel suo percorso di crescita e lo stanno seguendo tutt’ora! Lo ritengo un vero e proprio miracolo ad opera di tutti coloro che ho sempre chiamato “angeli” per la loro particolare sensibilità e dedizione verso casi come questo affiancati sicuramente da una loro ben radicata professionalità e competenza. Noi genitori non possiamo che ringraziare immensamente tutti coloro che si sono prestati affinché mio figlio trovasse la sua strada e che gli hanno offerto una così bella opportunità di specializzazione!
Un ringraziamento particolare al Preside dell’ITIS di Biella Dottor Franco Rigola che ha permesso il progetto personalizzato su mio figlio, a Davide Furfaro, il suo professore di sostegno che con tanto amore e incredibile pazienza lo ha seguito per cinque lunghi anni, guidato ma anche incoraggiato a volare con le proprie ali, al lavoro silenzioso ma sempre presente, costante ed attento del Presidente della Fondazione CrB Dottor Luigi Squillario e della Vicepresidente dottoressa Ada Landini che hanno saputo, dando il loro consenso al progetto accogliere ed accettare la diversità e scommettere sulle potenzialità di mio figlio; a Federica Chilà della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella che, dentro alle mura lavorative ha svolto un ruolo fondamentale per Mario, come una “seconda mamma”; ad Alberto Maggia che ha infuso a mio figlio la grinta necessaria per andare avanti e gli ha saputo far prendere coscienza dei suoi errori affinché potesse crescere e migliorarsi all’interno della realtà lavorativa; a tutti gli altri colleghi di Mario che , amorevolmente gli stanno vicino e lo hanno accolto nel migliore dei modi; al Signor Enrico Vallino dell’ufficio per l’impiego di Biella che, con molta discrezione, gentilezza e professionalità segue il suo itinere monitorandolo e consigliandolo con tanta delicatezza e serietà.
Ed un grazie immenso anche a Daniela Giordi e a suo marito Silvio dell’Atélier Beni Fotografici di Torino che con amore incondizionato, tanta dedizione e passione stanno insegnando a mio figlio i segreti della fotografia antica.
E come non ricordare con infinito affetto gli amici del Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe di Biella ed in particolare il Presidente dottor Battista Saiu che ha aperto la biblioteca dell’associazione e ha permesso a mio figlio di imparare, sotto l’attenta, paziente e saggia guida del “Buon” Biagio Picciau l’archiviazione dei libri in biblioteca.
Ci teniamo a ringraziare vivamente anche la Redazione de “il Biellese” che ha pubblicato l’articolo dimostrando, come sempre una particolare sensibilità ed attenzione a questo genere di pubblicazioni.
Non finiremo mai di ringraziarvi e non sarà mai abbastanza la stima ed il rispetto che proviamo nei vostri confronti. Avete saputo non solo valorizzare ed accrescere le potenzialità di nostro figlio ma infondere in noi genitori quella forza e speranza necessaria per andare avanti. Avete saputo cogliere il nostro testimone e cioè rendere Mario indipendente e ben inserito nella società. Ci avete aiutato nel non facile compito di unire e non dividere, integrare e non isolare, rendere uguale e non diverso. Sapere che nostro figlio si è amalgamato bene nel mondo degli udenti è per noi motivo di grande soddisfazione, quello per cui abbiamo lottato una vita!
Grazie di cuore!

I genitori di Mario: Maria Angela Martinelli e Giusto Salamone.


Mario Salamone con il suo insegnate Davide Furfaro, Biagio Picciau, Melinda Marroccu e le “Donne del filet”

Mario Salamone

1 commento

  1. Ho letto quasi senza respirare lo scritto che i genitori di Mario, ed in particolare la mamma, ha voluto scrivere per ringraziare tutte le persone che sono state vicine nel percorso impegnativo che ha accompagnato il loro figlio nello studio e nell’apprendere un mestiere che lo possa accompagnare nel corso della sua vita. Grandi genitori e grande il figlio. Non mi dilungo, ma desidero solo fare i complimenti a loro per la volontà dimostrata, pensando che in questo mondo difficile, per fortuna, ci sono ancora persone che desiderano aiutare chi ne ha bisogno nel segno dell’amicizia e della solidarietà.

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