Nella sezione Fotografias è possibile vedere alcune immagini del Carnevale di grandi e piccini
Come da tradizione, Domenica 19 Febbraio 2013, nelle sale di Su Nuraghe di Biella, si è svolto il “Carnevale dei bambini” che, a distanza di un giorno, segue quello degli adulti: appuntamento da sempre dedicato ai più piccoli della Comunità emigrata ai piedi del Mucrone.
Per loro sono stati predisposti adeguati giochi di animazione sotto l’abile regia di Mirko Cherchi, coadiuvato nell’allestimento dei giochi, dal giovane adolescente Sebastiano Ratti Congiu.
Da sempre, i ragazzi sono i destinatari dei saperi tradizionali, di tutto ciò che riguarda la Terra di origine, cultura dotta e popolare, saperi e sapori della grande isola. Non a caso, i giovani sono destinatari e primi attori nelle diverse fasi delle attività del Circolo, particolarmente e naturalmente, in quelle riservate ai più piccoli.
Il coinvolgimento disinteressato delle nuove generazioni ha lo scopo di tramandare cultura, conferendo una sorta di imprinting particolarmente importante nelle prime fasi di apprendimento dei nuovi nati; periodo fondamentale nei primi anni di vita, che anticipa e forma il futuro attraverso le successive fasi di socializzazione, esperienze e rapporti tra pari ed adulti.
Giovani e giovanissimi, Sardi di seconda, terza e quarta generazione, sono destinatari e testimoni di soluzioni possibili al bisogno di identità e di radici. In una società sempre più disorientata e depauperata di valori, emblematico appare l’agire di Su Nuraghe.
Lo smarrimento in cui la società attuale pare scivolare, amplificato anche dal declino del benessere, rende impellente il bisogno di radicamento e di identità, quale difesa verso l’incalzante insidia di nuove molteplici incertezze.
Già dalla sua fondazione, vero e proprio laboratorio sociale, Su Nuraghe sperimenta nel tempo presente risposte a bisogni antichi di solidarietà e socialità, amicizia e comunità.
A Su Nuraghe, sempre più sovente grandi e piccini appaiono amorevolmente ritratti, come i giovani genitori con in braccio i loro piccoli eredi.
Giovanni Usai