Sabato 8 marzo 2014, ore 21, serata a Su Nuraghe animata da Paolo e Jolanda – taglio della grande torta a forma di Sardegna della Gelateria Bertinetti – mimose offerte dall’Angolo del Fiore
Nella società contemporanea, la benedizione con il grano o con il riso, a seconda delle disponibilità, resta ben radicata nelle cerimonie nuziali, nonostante la realtà contadina sia fortemente cambiata. Riti antichissimi sono trasmigrati e tramandati nel rituale del matrimonio in quanto la Chiesa ritenne di mantenere parecchie vetuste usanze del mondo pagano, poiché, depurate da ogni senso meno ortodosso, concorrevano a porre in rilievo la solennità e il simbolismo nella nuova religione.
Al frumento è sempre stata associata la figura femminile. Donna e cereali risultano iscritti in ruoli sacrali giunti a noi fin dai primordi. Ai semi che germinano è associata la rinascita della nuova stagione.
In Sardegna, sono le donne che fanno germinare il grano da portare all’altare il Giovedì Santo; è la madre che benedice il figlio con il grano il giorno del matrimonio e nei momenti cardine della vita: la prima Messa del figlio consacrato, la partecipazione all’Ardia, la corsa equestre di Sedilo e di Pozzomaggiore o alla Sartiglia, ad Oristano; spargendo chicchi di grano sul corpo esanime nel caso di morte prematura. In altri contesti europei, il grano è ingrediente del refrigerium consumato durante il rito funebre, cospargendolo sul tumulo appena innalzato.
A Biella, con l’evolversi dell’Associazione dei Sardi, spontaneamente si sono ricomposti modelli tradizionali trapiantati dall’Isola madre, affidando alle anziane della comunità il compito di benedire persone e cose in particolari momenti della vita associativa.
Così è stato nella primavera dell’Anno giubilare 2000, con l’attuale cardinale Tarcisio Bertone, SdB, invitato dalla Comunità sarda di Biella nella suggestiva cornice di Candelo in Fiore per presentare gli atti del Convegno nazionale “Eusebio da Cagliari, alle sorgenti di Oropa”. Nell’occasione, venne benedetto lo stendardo processionale di Sant’Eusebio e Santa Maria di Oropa, aspergendo sul sacro vessillo l’acqua benedetta, pronunciando le formule di rito in lingua sarda, mentre le decane del Circolo spargevano e gettavano grano, proferendo preghiere in lingua materna.
Parimenti, nel giugno 2005, durante l’intitolazione del sagrato di San Sebastiano ad Alberto Ferrero della Marmora, le veterane di Su Nuraghe hanno benedetto con del grano la nuova piazzetta e, insieme, il più giovane tra i soci.
Con l’istituzione dell’area monumentale di Nuraghe Chervu, i riti di benedizione vengono riproposti con regolarità dal gruppo delle “Donne del Grano”, appositamente costituito e incrementato ogni anno, significando nell’accrescimento del numero il trascorrere del tempo della comunità di appartenenza.
Con il grano beneaugurale le Donne del Grano benedicono i nuovi nati e le persone che partecipano alle cerimonie e, come antiche madri memori della perdita dei figli, anche le pietre che ricordano i Caduti sardi e i Caduti biellesi della Grande Guerra.
Battista Saiu