Volge al termine il progetto “Esperienza di restauro” proposto dal Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe che vede coinvolti trenta studenti del Liceo Scientifico Statale “Amedeo Avogadro” di Biella.
Nei giorni scorsi è stato esaminato il caso studio del graffito che riveste gran parte della facciata dell’edificio delle ex scuole elementari comunali di Vaglio Pettinengo, realizzato nell’anno 1900, recentemente restaurato dalla ditta Nelva. In calce all’opera, la firma di Giovanni Crida, il pittore di don Bosco di cui rimangono numerose testimonianze artistiche anche in campo religioso.
Quella del graffito (meglio detto “sgraffito”, in quanto con punteruoli appuntiti vengono asportate parti di intonaco fresco, lasciando libero il colore di quello sottostante), è soluzione artistica ben presente nell’arte italiana su muro, ampiamente riproposta in pieno Rinascimento. Più resistente delle decorazioni ad affresco e tempera, è testimoniata anche negli ornamenti di epoca pompeiana. Nel secolo scorso, oltre che in Italia, il graffito oggi in disuso, fu ripreso in Germania e in Svizzera, ispirato a forme rinascimentali.
Nel Biellese, graffiti fanno bella mostra di sé in palazzi costruiti tra fine Ottocento e inizio Novecento, la stessa epoca in cui venne edificata la scuola di Vaglio Pettinengo, voluta e finanziata dai Bellia, lungimiranti industriali biellesi.
Durante il laboratorio scolastico, l’artigiano restauratore Tullio Nelva, oltre illustrare le fasi di restauro, ha predisposto appositi pannelli per esercitazioni pratiche a graffito. All’ingresso del Liceo Scientifico di Biella, è possibile ammirare le opere realizzate dagli studenti dell’Istituto.
Eulalia Galanu
Nelle immagini alcuni momenti delle esercitazioni