Sabato mattina, un piccolo corteo in abiti tradizionali ha preso le mosse dalla sede di Su Nuraghe, avviandosi verso la casa del vescovo di Biella. In episcopio, ad accogliere i Sardi, la massima autorità religiosa, mons. Gabriele Mana, sacerdoti che in diversi momenti dell’anno ospitano nelle loro chiese la comunità isolana per pregare in Limba mama, lingua madre e alcune donne consacrate originarie della Sardegna.
Rispondendo al saluto del Vescovo che – riferendo quanto successogli pochi giorni prima a Gerusalemme durante il pellegrinaggio in Terra Santa, quando, sulla spianata delle moschee, è stato costretto a togliersi la croce che porta sul petto e depositare ogni simbolo religioso cristiano – invitava a non farsi rubare la storia, il presidente di Su Nuraghe, Battista Saiu ha comunicato tre momenti in cui la Comunità sarda biellese sarà presente ai riti della Settimana Santa.
Oltre alla consegna delle palme intrecciate portate in processione la domenica che precede la Pasqua, Giovedì Santo, dopo la Missa in coena Domini, nelle parrocchie di appartenenza, verranno depositati “sos nennère”, piantine di grano fatto germinare al buio per decorare la cappella del Santissimo Sacramento. Venerdì Santo, a Graglia, alle ore 20:45, partendo dalla centralissima piazza Astrua, i Sardi parteciperanno a fianco degli incappucciati della Confraternita di Santa Croce e della Ss. Trinità, alla processione dell’Addolorata, intonando l’antico canto sacro in Limba mama, lingua madre: “sette ispadas de dolore”, lamento di Maria che piange il figlio morto.
Eulalia Galanu