Martedì scorso, presso il forno “Il pan Focaccia”, in via Mazzini, 25, a Ponderano, messo a disposizione da Alfio Fabio di Bella, si è svolto il primo laboratorio per imparare a fare il pane sardo delle nozze. Grazie alla disponibilità e alla maestria di Giovanna e Maria Nives Quai, panificatrici provenienti da Tertenia, nel cuore dell’Ogliastra, è stato possibile assistere alle diverse fasi di lavorazione: impasto con lievito madre e diverse tecniche per “piccare e pintare”, scolpire ed abbellire il pane destinato alla mensa nuziale, immancabile a Natale, a Pasqua, nelle feste familiari più importanti e in quelle di comunità.
Pani veri, bianchissimi, buoni da mangiare sono stati presentati la sera a Bioglio, durante la messa in onore del Beato fra’ Nicola da Gesturi, portato all’altare dalle panificatrici che l’hanno realizzato.
Per gli sponsali, la celebrazione di una prima messa, in onore di un santo particolarmente venerato o in ricorrenze eccezionali, in tutta la Sardegna, vengono realizzati pani artistici, rituali, cerimoniali e votivi.
Numerosissime le forme, peculiari di una vita che riversa in esse la fantasia di un intero popolo: plasmato da mani sapienti, il pane si trasforma in corone, rami, cestini, fiori, foglie, uccelli; simboli di antica e nuova religiosità, ereditata e tramandata attraverso l’oralità, il gesto e la parola.
Per i Sardi, il pane e l’arte della panificazione sono gli archivi, il tesoro della loro scienza e della loro religione, della loro teogonia e della loro cosmologia, dei fatti antichi dei loro padri e degli eventi della loro storia, l’eco del loro cuore, l’immagine della vita domestica nella gioia e nel dolore, accanto al letto nuziale e alla tomba.
Salvatorica Oppes
Nelle immagini: donne del pane di Su Nuraghe al corso di panificazione rituale; pane portato all’offertorio.