Ieri sera, a Biella, nelle sale del “Punto Cagliari”, Maura Farris ha presentato “L’Isola che danza”, opera del regista cagliaritano Davide Mocci: approccio poetico alla grande Isola con musiche e immagini particolarmente suggestive. Attraverso Su Nuraghe Film, i Sardi di seconda, terza o quarta generazione, nati, cioè, fuori, lontano dalla Sardegna, presentano la loro terra di origine. Una sorta di rito di passaggio che, accompagnati dagli anziani, li introduce attivamente alla vita associativa.
I suoni, i colori, la natura… la mia Sardegna; una Sardegna che vive legata ai ritmi che la natura stessa detta.
Guardando questo film sono emerse le emozioni e le sensazioni che provo quando i miei piedi toccano il suolo sardo, quando il mio naso sente l’aroma di salsedine misto a quello della macchia mediterranea.
Nel film di Mocci, si susseguono tramonti e il sole forte: orgoglioso riesce a scaldarmi e ricaricarmi anche attraverso lo schermo.
Attraverso la condivisione con i miei bimbi e tramite il loro entusiasmo e stupore, ho scorto il nesso tra questo documentario e il progetto educativo sperimentale che sto portando avanti con alcuni colleghi; la riscoperta della natura, il vivere, imparare e crescere a contatto con essa, osservando i suoi ritmi. Stupirsi e gioire dei piccoli gesti della natura che quotidianamente circondano e condizionano le nostre vite.
Il ridare alle nuove generazioni il diritto di conoscere il vero della vita tramite l’osservazione diretta, non più un’aula fatta di muri, ma un’aula fatta di natura sotto la volta del cielo libero.
Le stagioni (come ogni elemento della vita) sono più comprensibili se a contatto diretto, guardando giorno per giorno i cambiamenti lenti e precisi della natura: quando le foglie si colorano e cadono, “questo è l’autunno”, diciamo ai bambini. Il libro della natura può trasmettere ad un bimbo conoscenze anche maggiori di un qualunque testo scritto.
Maura Farris
Nel’immagine: partecipanti alla serata