Caritas, l’accoglienza di Biella per chi non può tornare nel proprio Paese
Don Francesco Soddu, sassarese di origine è oggi il direttore di Caritas Italiana.
Orgoglio sardo e occhi sorridenti sottolinea così l’impegno che la Caritas deve mettere a favore dell’accoglienza di chi viene da lontano: “Siamo un popolo di emigranti – afferma don Francesco – ed ora siamo chiamati ad accogliere persone che arrivano dalla disperazione e donare loro, e a noi stessi, una possibilità di futuro“.
Questo appello, rafforzato dalle parole di Papa Francesco che incita ogni parrocchia d’Europa ad accogliere i profughi, è stato raccolto dalla Caritas diocesana di Biella che ha fatto dell’accoglienza diffusa un vero e proprio modello di intervento.
Biella si è “buttata” per la prima volta in questa “avventura” dal 2012, con tanto entusiasmo, e con la convinzione che l’integrazione vera passi attraverso la conoscenza diretta delle persone. Non lo sta portando avanti solo “facendo”, ma anche “animando” e sensibilizzando la comunità di riferimento. Per Caritas il senso autentico di questa accoglienza “diffusa” è condividere con la comunità il senso e il valore del proprio impegno e della propria attenzione verso gli altri, verso gli ultimi.
Con un’azione di semplice contatto e confronto, che permetta di superare le paure e diffidenze che a volte si nascondo verso gli immigrati, si raccolgono le disponibilità di alloggi, di famiglie disposte ad accogliere, possibilità nelle parrocchie e in enti religiosi. È una modalità che non viene “imposta” ma si va alla ricerca di disponibilità soprattutto grazie alla corale partecipazione di volontari cittadini e famiglie. I Biellesi rispondono in maniera positiva anche nell’ottica del dare un’opportunità al territorio di accogliere in maniera sostenibile anche nel futuro le persone senza veder nascere in continuazione “grossi centri” dove le dinamiche di integrazione vengono per forza sfalsate.
Daniele Albanese
Nell’immagine: giocatori di Su Nuraghe Calcio Biella al Torneo dell’amicizia 2016.