Mercoledì 16 marzo, alle ore 15, nelle accoglienti sale del Circolo Su Nuraghe di Biella verranno intrecciate le palme rituali filadas alla sarda da consegnare al vescovo, a sacerdoti e religiosi della Diocesi di Biella. Per un pomeriggio, il consueto corso di Filet cambia pelle: al posto dei più consueti fili, saranno le foglie ad essere tessute direttamente ‘dal vivo’, senza passare attraverso complessi processi tecnologici. Saperi materiali antichi, appresi attraverso l’oralità, il gesto e la parola verranno messi a disposizione da Francesca Delussu di Tertenia.
Francesca, come molti in Sardegna, ha imparato quest’arte fin da bambina, aiutando gli adulti a preparare le palme da portare in chiesa la domenica prima di Pasqua.
Sacra fin dall’antichità, la palma è una delle prime piante domesticate dall’uomo per avere cibo; associata alla fertilità dell’uomo, degli animali e della terra, ma anche al cielo e al sole che lo domina. Simbolo di regalità e vittoria, di rigenerazione e di immortalità, palme intrecciate sono presenti nelle processioni di Iside; trasmigrano nel Cristianesimo fin dai primi secoli, a ricordo di quelle innalzate al cielo o posate per terra all’ingresso di Gesù in Gerusalemme, acclamato ‘Re dei Giudei’.
Dopo l’Editto di Costantino Magno I – venerato come Santo dai Sardi e dalla Chiesa d’Oriente – palmizi processionali sono attestati nel IV secolo a Gerusalemme, Edessa ed a Costantinopoli; nei paesi freddi privi di palme, fronde verdi e fiori le sostituiscono. Per trasferimento, successivamente anche l’ulivo, sacro ad Atena, sarà presente nei riti della Pasqua cristiana.
A Biella, da anni, il sabato che precede, rappresentanti di Su Nuraghe sono accolti dal vescovo per la consegna a presbiteri, a donne e uomini consacrati di palme filadas alla sarda da portare in processione la domenica successiva.
(Info Circolo, 01534638)
Simmaco Cabiddu
Nell’immagine: Donne del Filet, Francesca Delussu, prove di intreccio